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Ancora violenze contro il cantiere di Tap. Il tafazzismo antagonista non ha limiti

Tap di nuovo sotto tiro e ancora una volta pronta risposta del governo, per bocca del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda.  I fatti, prima di tutto. Un gruppo di circa 20 attivisti del movimento No Tap ha dato alle fiamme la notte scorsa alcuni pneumatici di grandi dimensioni sulla strada provinciale 145 che collega Melendugno alla marina di San Foca, all’altezza di via Vicinale Mancarella, dove si trova il cantiere per la costruzione del gasdotto Tap che collegherà il Mar Caspio alla Puglia, con approdo a San Foca.

L’incendio ha provocato un fumo acre e denso che si é riversato nel centro abitato di Melendugno, oltre al momentaneo blocco del transito dei camion verso il cantiere di Tap, anche a causa del posizionamento in via San Niceta di numerose pietre prese dai vicini muretti a secco, che sono rimasti quindi danneggiati. L’incendio é stato spento dai vigili del fuoco.

“Non appena ristabilite le condizioni di sicurezza”, hanno spiegato dal Tap, “il personale ha potuto raggiungere il proprio posto di lavoro dove le attività sono regolarmente riprese. Chi esprime in questo modo il proprio dissenso non ottiene alcun risultato, se non quello di ferire il proprio ambiente, il proprio paesaggio, il proprio territorio, magari un minuto dopo aver detto di volerlo difendere”.

Fin qui la cronaca dell’ennesimo attacco a una delle infrastrutture di cui l’Italia ha disperato bisogno, visto il livello di dipendenza energetica del Paese. A stretto giro di posta è arrivato anche, via Twitter, il commento del ministro Calenda. “Complimenti ai difensori dell’ambiente #NOTAP e a chi li supporta”, ha scritto.

E pensare che c’è chi combatte il Tap persino a Bruxelles. Come documentato da Formiche.net, la scorsa settimana  le delegazioni Pd e Forza Italia al Parlamento europeo hanno espresso pieno sostegno all’infrastruttura pugliese, strategica per l’approvvigionamento di gas in Italia. Una presa di posizione arrivata all’indomani dell’approvazione da parte dell’europarlamento della risoluzione non vincolante dal Movimento 5 Stelle che invece esprimeva dubbi sul finanziamento dell’opera da parte della Bei, la banca europea per gli investimenti, che ha comunque concesso egualmente i fondi.

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