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Un ministro per il digitale? Ecco la proposta che piace anche a Prodi

L’idea non è nuovissima, ma il tempo è propizio. Serve un governo, è chiaro a tutti. Ma una volta fatto potrebbe risultare utile al Paese dotarlo anche di un ministro per il digitale.
E per sensibilizzare la politica riguardo la rilevanza dell’innovazione e del digitale l’associazione Copernicani ha lanciato un appello che ha già racconto numerose adesioni: “Ci auguriamo che il prossimo governo veda tra i suoi autorevoli esponenti un ministro con delega all’Economia digitale e all’innovazione e che il parlamento istituisca una commissione permanente che si occupi di queste stesse tematiche”, sostengono.

E se il prossimo si autoproclama come un governo del cambiamento, quest’ultimo non può che passare “da riforme e politiche rivolte al futuro”, spiegano.

Chi sono? Si definiscono “innamorati del futuro” e la loro casa è il sito copernicani.it. Sono studenti, imprenditori, docenti, ricercatori e politici. La loro associazione è la prima in Italia a essersi costituita con un atto notarile digitale, ci tengono a precisare, come un segno chiaro di cambiare il Paese. Le parole chiave: futuro, giovani, innovazione e concorrenza.

Ma facciamo i nomi. Tra i garanti siedono Luciano Floridi, Roberto Masiero e Marco Pierani. Del consiglio strategico fanno parte Sebastiano Barbanti, Vittorio Bertola, Gianmarco Carnovale, Ivan Catalano (Presidente), Renato Cifarelli, Edoardo Colombo, Andrea Danielli, Gianluca De Matteis Tortora, Calogero (Rino) Malaponti, Roberta Milano, Mara Mucci, Francesco Saverio Nucci, Emanuele Prataviera, Riccardo Puglisi, Stefano Quintarelli, Rosanna Ricci, Luigi Scorca ed Eleonora Veglianti.

Convinti che sia giunto ormai da un pezzo il tempo che l’innovazione torni ad avere un ruolo centrale nell’agenda politica italiani, i promotori dell’appello ricordano che queste tematiche sono tra i punti più rilevanti e distintivi dell’agenda politica dei governi e dei parlamenti dei principali Paesi europei.
Un esempio? “La Francia ha un ministro dell’Educazione, della ricerca e dell’innovazione, la Germania un ministro per gli Affari digitali, il Regno Unito un ministro per il digitale, cultura, media e sport, la Spagna un sottosegretario al ministero dell’Economia pe rlo sviluppo e l’innovazione”, si legge nell’appello.

Questo futuro era stato immaginato da Stefano Quintarelli già un paio di anni fa, il quale nel suo libro “Costruire il domani” auspicava “una commissione parlamentare specifica; con personale specializzato e uno specifico ministero di coordinamento”. Avendo vissuto dall’interno la macchina legislativa e avendo collaborato con funzioni di governo Quintarelli metteva sul piatto una serie di possibilità prendendo esempio dai Paesi dove questo sogno è già realtà: “Un ministro per la cultura digitale o per l’economia digitale ha funzioni di supporto e coordinamento verso i ministeri “verticali” quando questi trattano questioni digitali. In alcuni casi sono ministri con portafoglio e amministrano quindi l’esecuzione di opere quali la realizzazione di infrastrutture digitali materiali o immateriali. In altri casi sono funzioni di puro coordinamento e senza portafoglio”.

La proposta dei Copernicani ha raccolto già l’adesione di molti. Ecco chi ha aderito e perché:

Non arrivo a suggerire come fanno giustamente i Copernicani di pensare a un ministero dedicato a innovazione e digitalizzazione. Faccio mio il loro appello naturalmente” (cit. Facebook)

Anna Ascani


Sarebbe ora di salire in bicicletta e pedalare, invece di spingerla a mano, in discesa, rischiando di essere travolti. E per farlo occorrono persone generose, combattive e dedicate

Marco Bentivogli


Digitalizzare la burocrazia non vuol dire un modo diverso di fare le stesse cose; servono persone che si dedichino con determinazione a riprogettarle

Carlo Cottarelli


No, pure il ministro di Twitter no. E poi c’è già Rousseau” (cit. Twitter)

Franco De Benedetti


” Sono proposte molto importanti che si trovano anche nel programma del Movimento 5 Stelle. La più incisiva in assoluto è una commissione parlamentare che si occupi di digitale e innovazione e se al momento non si trova nell’accordo di governo è perché una commissione parlamentare riguarda il parlamento e non il governo. A tale riguardo, ho già predisposto una proposta in tale senso che depositerò nelle prossime settimane.

Federico D’Incà


Condivido appello associazione “I Copernicani”: serve un ministro per il digitale” (cit. Twitter)

Antonio Palmieri


Oggi un Ministro al Digitale, va ben al di là della tecnologia e delle persone che la governano: vorrebbe dire un’ipoteca, un impegno sul futuro del Paese e dei nostri figli

Gianni Potti


Quando ero al governo abbiamo fatto molto per promuovere l’innovazione. Nei tempi attuali non si puo’ piu’ prescindere di affrontare il tema con una determinazione ad hoc, se si vuole restare agganciati allo sviluppo ed all’Europa

Romano Prodi


La commissione parlamentare, prima ancora del ministero, sarebbe determinante per elaborare policy orientate al futuro. Già quando fui Presidente della Camera l’Ufficio di Presidenza istituì un Comitato per l’Innovazione

Luciano Violante

 

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