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​CyberChallenge, chi sono i talenti informatici premiati da Pansa

Voleranno presto a Londra per partecipare a una competizione europea i vincitori della nuova edizione di CyberChallenge, terminata oggi. L’evento, che ha l’obiettivo di formare nuove generazioni di innovatori nell’ambito ormai sempre più competitivo della cyber security, ha premiato stamane le squadre salite sul podio: al primo posto l’Università di Padova, poi Politecnico di Milano e Università Ca’ Foscari di Venezia.

L’EVENTO

Il programa per selezionare i migliori hacker etici in erba è organizzata dal Laboratorio nazionale di Cybersecurity del Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica (Cini) presieduto dal professor Paolo Prinetto, in collaborazione con il Centro di ricerca di Cyber intelligence security dell’Università La Sapienza e il Comitato nazionale per la ricerca in Cybersecurity, e supportata dal sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

CHI HA PARTECIPATO

La sfida – che consiste in una sfida di attacco e difesa a squadre – ha coinvolto diversi atenei e scuole superiori sul territorio nazionale e 160 studenti tra i 16 e i 22 anni, che, auspicano gli organizzatori, potranno fare in futuro della loro passione un lavoro al servizio della sicurezza nazionale.

LA STORIA DELLA COMPETIZIONE

La competizione è nata solo un anno fa, ed in pochissimi mesi è riuscita non solo a portare i vincitori al DefCon, la più importante competizione cyber al mondo, ma anche di qualificarsi al secondo posto. Il professor Camil Demetrescu, coordinatore nazionale di Cyberchallenge.it, è stato uno dei motori dell’iniziativa (1866 gli iscritti).

LE PAROLE DI BALDONI

Tra i presenti alla premiazione anche Roberto Baldoni, professore e vice direttore del dipartimento delle Informazioni per la sicurezza della Repubblica (Dis) con delega alla cyber security e tra gli ideatori della sfida, che è intervenuto per ringraziare i giovani per la partecipazione in un quadro di cooperazione futura sempre maggiore tra governo, aziende e università.
L’Italia, si è detto, non può sottovalutare – a livello domestico e internazionale – l’importanza del cyber spazio per la propria sicurezza e competitività economica.
Dopo aver illustrato i diversi organi istituzionali preposti alla difesa delle vulnerabilità statali, in particolare il settore governativo e le infrastrutture critiche, Baldoni ha poi evidenziato il lavoro continuo che sta alla base di tutte le nuove iniziative che si stanno sviluppando in Italia per aumentare la cultura cyber, e le aspettative che seguono l’adozione della direttiva Nis, con la quale si rafforzano cooperazione e condivisione di informazioni tra i partner europei.

IL RUOLO DELLE AZIENDE

Alla premiazione hanno partecipato rappresentanti di alcune delle più importanti aziende del settore, coinvolte attivamente nell’iniziativa. “La base per difendersi dagli attacchi è la comunicazione”, ha affermato Luca Lironi di Cisco. “Anche il Risk Management”, ha aggiunto, “si basa sulla comunicazione come primo strumento per difendere le vulnerabilità, e soprattutto sulla competenza degli addetti ai lavori, che devono essere in grado di sintetizzare pochi rilevanti eventi”.
Per Eni è intervenuto Salvatore Carrino, che ha sottolineato come la minaccia cyber sia un fattore determinante per la realtà aziendale, e che quest’ultima rischia importanti danni economici se non sufficientemente preparata a difendersi.
Il security leader di Ibm Italia, Francesco Teodonno, ha invece evidenziato l’aspetto globale di quanto avviene nel cyber spazio, sottolineando quanto la prossima introduzione nelle società di una serie di tecnologie come l’IA e il Quantum computing, non possano comunque prescindere dall’elemento umano e da figure professionali preparate con skill uniche.

ATENEI IN PRIMA LINEA

Fondamentale, in questi processi è il ruolo delle università. A questo proposito, la società, ha detto il rettore dell’Università La Sapienza Eugenio Gaudio, deve adattarsi con velocità alla crescente influenza della tecnologia nel nostro modo di vivere.

INTELLIGENCE PER PROTEGGERE IL PAESE

A premiare infine le tre squadre vincitrici è stato il direttore generale del Dis, il prefetto Alessandro Pansa che ha spiegato che la cyber security è “un elemento fondamentale per la salvaguardia del Paese nella sua integrità”, perché un utilizzo malevolo delle tecnologie informatiche può creare problemi importanti come il rischio di influenzare le elezioni.
La risposta, ha aggiunto rivolgendosi ai talenti, può arrivare dallo sviluppo di “competenze adeguate” e da “una sinergia tra pubblico, privato e mondo della ricerca e dell’università”.
“Dobbiamo – ha evidenziato ancora Pansa – far crescere la cultura della sicurezza, la consapevolezza dei rischi e quindi la sicurezza stessa. L’investimento più grande lo stiamo facendo nei giovani”.​

 

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