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Iva, Ilva, Fca. Il nuovo governo alla prova dell’industria

ilva di maio istat

Sembrava fino all’ultimo che dovesse esserci il governo tecnico di Carlo Cottarelli, ma al “fotofinish” si è determinato un accordo politico tra il partito della Lega e il Movimento dei pentastellati che ha permesso all’esecutivo di Giuseppe Conte d’avere la fiducia nei due rami del Parlamento.

LE POSIZIONI DEI MINISTRI LUIGI DI MAIO E DANILO TONINELLI

Dal vicepremier Luigi Di Maio è giunta l’assicurazione pubblica che il governo in carica disinnescherà le clausole di salvaguardia dell’Iva. Ancora non è chiaro come il medesimo esecutivo affronterà la vicenda dell’Ilva. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha apprezzato il piano industriale di Fca che guarda al 2022 sostenendo di voler accompagnare il cambiamento registrato verso la mobilità sostenibile.

Si tratta di segnali che il mondo metalmeccanico ha subito colto.

Per quanto riguarda l’Iva non si potrà avere una risposta precisa prima del 19 giugno quando l’aula della Camera dei deputati affronterà il nodo del Def. Di certo il potenziale provvedimento comporterà un costo certo: 12,4 miliardi di euro nel 2019 e 19,5 miliardi nel 2020.

Per quanto concerne l’Ilva, il ministro Di Maio ha confermato di stare a studiare il dossier in questione, mentre l’eminenza grigia del M5S, Beppe Grillo, in un video pubblicato sul suo blog, ha fatto sapere che nessuno ha mai pensato di chiuderla, ma che va riconvertita, sostenendo i lavoratori. A scanso di equivoci i sindacati metalmeccanici hanno chiesto un incontro urgente a Di Maio che è titolare dei dicasteri dello Sviluppo economico e del Lavoro.

I SINDACATI HANNO CHIESTO UN INCONTRO SU ILVA

Fim, Fiom e Uilm intendono “conoscere le azioni che il nuovo governo intende mettere in campo”, visto che Arcelor Mittal InvestCo dal primo luglio potrebbe prendere possesso degli stabilimenti senza aver raggiunto un’intesa sindacale. I sindacati hanno ricordato al ministro che la trattativa è la conclusione di un percorso molto articolato che ha coinvolto anche il ministero dell’Ambiente, un tema che a Taranto merita grande attenzione, così come l’accordo di programma di Genova. Il problema sono le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori impegnati nel gruppo Ilva.

L’APPREZZAMENTO DEL PIANO FCA

Il piano industriale di Fca è stato giudicato positivamente da tutti i sindacati presenti nel gruppo automobilistico, ad eccezione della Fiom, proprio perché, per usare le parole di Rocco Palombella, leader della Uilm, è un piano di sviluppo globale, che presenta tutti i presupposti anche per la saturazione occupazionale e produttiva degli stabilimenti italiani.

LA NECESSITÀ FONDAMENTALE DEGLI INVESTIMENTI

Anche da come verranno affrontati questi temi si comprenderà la capacità di tenuta del governo politico da pochi giorni in carica. L’esecutivo suddetto dovrà tener presente che si può uscire dalla crisi facendo crescere l’economia del manifatturiero, dell’acciaio, del digitale, attraverso investimenti pubblici e privati indirizzati alle infrastrutture materiali ed immateriali. Partendo da questi presupposti si può riuscire meglio a tutelare il lavoro dal punto di vista contrattuale e a renderlo meno precario di quanto oggi sia già. È quanto il sindacato faceva prima e quanto dovrà continuare a fare.

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