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L’incubo sportivo che toglie il sonno a Erdogan

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Non solo avversari politici, militari, giornalisti, magistrati, attori teatrali o omosessuali. Gli strali del Presidente turco Erdogan si concentrano anche contro gli sportivi. A pochi giorni dalle elezioni anticipate che stanno monopolizzando l’attenzione anche della finanza mondiale per via dei riverberi sulla lira turca, ecco che per la partecipazione al fallito golpe sei ex calciatori rischiano una condanna fino a 15 anni di carcere.

In precedenza la “fatwa” era stata tra gli altri diretta contro Enes Kanter, centro dei New York Knicks di basket e contro l’ex centravanti di Torino, Inter e Parma, Hakan Sukur.

CALCIO & POLITICA

Per la partecipazione al fallito colpo di Stato del 2016 che fino ad oggi ha prodotto 40 ergastoli, 300 morti e migliaia di arresti, sei ex calciatori rischiano una condanna fino a 15 anni di reclusione. Bekir Irtegkoun, Zafer Biriol, Omer Tzatkits, Ugur Boral, Ersin Gkireler e Sengkil Ismail, per pene che vanno da 7 fino a 15 anni di carcere.

Gli ex calciatori, alcuni dei quali hanno giocato nella nazionale della Turchia, vengono perseguiti nell’ambito di una ricerca per la “propaggine nel calcio” che sarebbe stata operata da parte del predicatore Fetullah Gülen, prima sodale di Erdogan e da alcuni anni suo avversario. Due di loro sono agli arresti e il loro processo sta per iniziare nei prossimi giorni.

Più di 50.000 persone sono state arrestate nel corso degli interventi in 24 mesi da parte delle autorità turche, mentre almeno 140.000 sono state licenziate o rese indisponibili ai loro servizi.

Tra l’altro poche settimane fa due giocatori di origine turca ma che fanno parte della nazionale tedesca impegnata nei Mondiali di Russia, Ilkay Gündogan e Mesut Özil, sono stati fischiati dai tifosi tedeschi per via di una foto, scattata a maggio a Londra, che li ritrae sorridenti insieme al presidente turco. I due sono stati accusati dai vertici della Federcalcio tedesca di essere stati usati elettoralmente dal leader in vista delle elezioni.

PRECEDENTI

Quella contro gli sportivi non allineati è una presa di posizione che ha caratterizzato il Presidente turco negli ultimi cinque anni, con decisioni anche clamorose.

Come quella contro Enes Kanter, centro dei New York Knicks di basket, da anni ormai in “guerra” con Erdogan che aveva definito su twitter “l’Hitler dei nostri tempi”. Un cinguettio che ebbe pesanti conseguenze pratiche, come la richiesta di almeno quattro anni di prigione dalla Procura di Istanbul. Il presidente turco nel maggio dello scorso anno gli aveva fatto annullare il passaporto, bloccandolo di fatto a Bucarest.

In suo soccorso era intervenuta l’Associazione giocatori e il Dipartimento di Stato Usa. Ma cosa aveva detto Kanter? Aveva manifestato apertamente il proprio pensiero politico sulle scelte praticate da Erdogan, criticandone modi e strategie e quindi guadagnandosi di fatto “l’iscrizione” tra i supporters del suo grande rivale in esilio.

Altro obiettivo è stato l’ex attaccante di Torino, Inter e Parma, Hakan Sukur, firma sulla conquista della Coppa Uefa nel 2000 con la maglia del Galatasaray e miglior marcatore di sempre della nazionale turca. Recentemete è stato depennato, assieme al compagno Arif Erdem, dalla storia del suo club proprio per aver sostenuto Gülen. Di contro un altro attaccante, Burak Yilmaz, è invece entrato nelle grazie del Presidente per via dei suoi video-appelli sui social pro referendum sul presidenzialismo voluto proprio da Erdogan.

Altro episodio che ha riguardato uno sportivo si è verificato lo scorso gennaio, quando il calciatore Deniz Naki sfuggì ad un attentato in Germania dove viveva. Mentre di notte era a bordo del suo suv sull’autostrada A4 fu sparato da un cecchino, ma riuscì a cambiare corsia salvandosi. Nato a Düren in Germania ed ex giocatore del Sankt Pauli, fa parte dell’associazione sportiva curda Amed Sportuf Faaliyetle e ha vestito la maglia della squadra curda Amed Sk.

La macchia si ritrova in una condanna lo scorso anno da parte di un giudice turco per propaganda filocurda a favore del Pkk. Alla stampa tedesca aveva sottolineato di essere stato sparato da “un agente dei servizi turchi o qualcun altro a cui non piace il mio atteggiamento politico”.

twitter@FDepalo

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