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Ecco cosa può insegnare al Paese la “Sardegna Regione spaziale”

Lo sviluppo e la crescita di un Paese passano anche e soprattutto dalla messa a sistema delle migliori esperienze dei suoi territori. È stato questo il senso dell’evento “Sardegna Regione spaziale”, organizzato a Cagliari, lo scorso venerdì, da Airpresse Vitrociset, azienda italiana leader nei servizi e nelle tecnologie per l’Ict. Difatti, nel campo dell’aerospazio la Sardegna rappresenta un vero e proprio best case nazionale, capace di trasmettere ad altre realità le modalità attraverso cui aziende, istituzioni ed enti ricerca possono promuovere insieme policy virtuose.

LA TAVOLA ROTONDA

Di quello che è stato già fatto nell’isola, dei prossimi progetti e delle nuove prospettive si è parlato nella tavola rotonda introdotta dall’editore Paolo Messa e moderata dal direttore Flavia Giacobbe. Sono intervenuti il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston, l’ad di Vtrociset Paolo Solferino e il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) Niccolò D’Amico. L’incontro è stato un’occasione di dialogo tra rappresentanti della politica e delle istituzioni nazionali e locali, con la ricerca e l’università. Nel corso del dibattito, sono intervenuti, tra gli altri, i deputati Emanuela Corda e Sasso Deidda, il senatore Emilio Floris, i consiglieri regionali Stefano TunisFranco SabatiniPaolo Truzzu Alessandra Zedda, il presidente del Distretto aerospaziale sardo Giacomo Cao, il rappresentante per il settore spaziale dell’Università di Cagliari Massimo Vanzie il rappresentante di Forza Italia in Sardegna.

LA POLITICA DELLA GIUNTA SARDA

“Sardegna regione spaziale, il titolo di questa tavola rotonda riassume bene quello che la nostra isola rappresenta oggi per il settore”, ha detto Paci. “Come Giunta crediamo molto nell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento inserendola nella nostra S3, la strategia di specializzazione intelligente, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo. I risultati che sono già arrivati – ha aggiunto – i riconoscimenti da parte della Nasa, il ruolo strategico del Radiotelescopio di San Basilio, gli investimenti di Avio nel Sarrabus (per i test dei lanciatori europei del futuro, ndr) e di tante altre imprese del distretto aerospaziale dimostrano che la strada è quella giusta”. La Sardegna, ha rimarcato Paci, “è ormai un punto di riferimento mondiale: abbiamo professionalità importanti, condizioni ideali per ospitare strutture di ricerca, forti competenze nell’alta tecnologia e nel digitale. Facendo sinergia, lavorando tutti insieme, possiamo raggiungere risultati ancora più importanti: ma in questo è fondamentale la continuità di sistema, garantire una traiettoria comune su cui i privati possono contare e in cui le Università giocano un ruolo decisivo”.

IL SUCCESSO DEI BANDI

L’assessore della Programmazione ha poi ricordato che la Regione ha già investito oltre 10milioni di euro nei bandi per l’aerospazio: “Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra – ha spiegato – che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro”.

LA STRADA VERSO IL FUTURO

L’unica strada, o almeno la più importante per una regione come la Sardegna, un’isola periferica e poco popolata. “Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa”, ha sottolineato Paci. “Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali, come sta già accadendo: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, candidata a ospitare un laboratorio di ricerca internazionale sulle onde gravitazionali da un miliardo di euro, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e noi continueremo a percorrerla con decisione per raggiungere risultati sempre più importanti per i nostri giovani e il loro futuro”.

L’AEROSPAZIO IN SARDEGNA

Difatti, di esempi dell’eccellenza sarda nel comparto ce ne sono parecchi. Nell’isola Avio, l’azienda guidata da Giulio Ranzo e specializzata in lanciatori spaziali, testa i vettori europei del futuro. A San Basilio, in provincia di Cagliari, si trova il telescopio più grande d’Europa (il Sardinia Radio Telescope, Srt), per il quale, solo qualche settimana fa, sono stati avviati i servizi di comunicazione e navigazione della Sardinia deep space antenna (Sdsa). La nuova infrastruttura, tutta italiana, è il risultato di un’intensa collaborazione che ha coinvolto l’Asi, l’Inaf e l’Università di Cagliari, e permetterà di seguire le maggiori missioni di esplorazione interplanetaria, dalla Luna a Marte, fino allo spazio profondo. L’antenna si lega all’Srt, costruito nel 2006, gestito dall’Inaf, e realizzato con il contributo del Miur, della Regione Sardegna e dell’Asi. Tra le realtà che hanno partecipato alla sua realizzazione anche Vitrociset, che vanta in Sardegna una presenza importante, testimoniata tra l’altro dai in sensori installati presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (Pisq) che hanno monitorato la caduta incontrollata della stazione spaziale cinese Tiangong-1.

Qui un video-servizio dell’evento a cura di VideoLina

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