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Perché l’Ue si sente isolata sull’affaire Kosovo-Serbia?

Scogli ideologici e anche personali sulla strada verso l’accordo tra Serbia e Kosovo, con la mediazione di Bruxelles che sta registrando forti contrasti interni e esterni. Sullo sfondo la ricerca di un nuovo negoziatore, con di nuovo sul tavolo la figure di Rappresentante speciale per il Kosovo che dovrebbe contribuire ad una rapida soluzione della questione, visto il precedente di questi giorni della Macedonia risolto con l’inviato speciale dell’Onu e grazie ad un lungo lavoro preparatorio e concertato, anche se non privo di proteste.

Il commissario europeo agli Esteri Federica Mogherini pare abbia individuato nel britannico Robert Cooper, in passato attivo nei negoziati sul Kosovo, il nome su cui puntare.

CONTRASTI

La questione del mancato riconoscimento del Kosovo è la coda velenosa del conflitto nel costone balcanico successivo alla scomposizione dell’ex Jugoslavia. A seguito della capitolazione di Milosevic contro la Nato e della vittoria del cosiddetto Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) il Kosovo ha proclamato la sua indipendenza, con il risultato che la stragrande maggioranza dei paesi lo riconosce: tranne Serbia, Russia, Spagna e Slovacchia.

Ma al dialogo con la Serbia adesso dicono di no anche le opposizioni kosovare di Lega Democratica e Movimento Vetevendosja. Sostengono che la nuova base di dialogo ideata da Pristina “non è chiara e non rappresenta un passo avanti affidabile”. Due mesi fa la minoranza serba nell’esecutivo kosovaro ha lasciato la coalizione governativa dove conviveva con le forze della maggioranza albanese, con l’obiettivo di costruire nella parte nord del Paese, abitato in maggioranza da popolazione di lingua serba, un’unione dei comuni serbi del Kosovo. Ma il governo di Pristina oppone un no categorico, con la contro-risposta di Belgrado che si dice pronta a sostenere i diritti della minoranza serba.

Un groviglio di interessi, rivendicazioni e cenere che cova ancora nel bracere balcanico, con le difficoltà che adesso l’Ue sta riscontrando sull’affaire Kosovo-Serbia.

COME USCIRNE?

E’la ragione per cui lady Pesc ospiterà il prossimo 24 giugno un meeting tra presidenti Vucic e Thaci con l’accelerata impressa proprio dal leader serbo. Alexander Vučić più volte ha sottolineato che il suo impegno al dialogo deve avere una prospettiva all’interno dell’Ue. In una recente intervista ha specificato che “è nell’interesse della Serbia giungere ad un accordo con gli albanesi del Kosovo a prescindere dall’eventuale ingresso della Serbia nella Unione Europea”.

Con la postilla rappresentata dal quadro di insieme: “Laddove un tale accordo dovesse essere firmato, le porte dell’Unione Europea per la Serbia non sarebbero aperte a metà, ma completamente”.

Con già la data cerchiata in rosso del 2025 nel solco della strategia immaginata per i Balcani Occidentali ma mai realmente calendarizzata nel dettaglio, per via dei mille ostacoli e delle resistenze ideologiche.

FAZIONI

Un puzzle complicatissimo da risolvere, anche per via dei numerosi vincoli burocratici e partitici presenti in questa partita.

Secondo la presidente del governo serbo, Ana Brnabić, la soluzione al problema dovrà passare necessariamente da un compromesso, reciprocamente accettabile, escludendo a priori il riconoscimento dell’indipendena del Kosovo da parte della Serbia: uno scoglio non da poco.

Di contro in Kosovo sono presenti vari players internazionali attivi in singole missioni, come la Nato Kfor. Ragion per cui la prospettiva è necessariamente quella di una figura diplomatica made in Unione Europea che lavori ad un accordo di compromesso giuridicamente vincolante, sulla falsariga di quello concertato tra Grecia e Fyrom per il nome Macedonia.

Quindi politico e geopolitico al contempo. Che poi è la prospettiva inseguita nelle ultime settimane e che ha prodotto il vertice del 24 giugno.

Ma con un doppio rischio: se da un lato accordo dovrà essere, sarà utile mantenere una minima identità in un quadro d’insieme, altrimenti le tensioni che in queste ore si stanno registrando in Grecia sul nome Macedonia del Nord potrebbero essere replicate.

twitter@FDepalo

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