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Per non sbagliare, il Senato americano ricorda al Presidente da che parte stare

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Con 97 voti a favore e 2 contrari, il Senato americano ha approvato una mozione a sostegno della Nato. È stato questo il messaggio che i legislatori della camera alta hanno voluto affidare a Donald Trump: il voto è arrivato nella serata di ieri, quasi contemporaneamente alla partenza del Presidente per quello che, iniziato oggi, si prospetta come uno dei vertici dell’Alleanza Atlantica più tesi della storia.

Il voto, secco e bipartisan, riflette le ampie preoccupazioni a Capitol Hill sulla posizione ambivalente del Presidente verso l’organizzazione: da un lato ci sono impegni storici a cui Trump si trova praticamente costretto a dar seguito; dall’altro gli istinti presidenziali che lo portano a considerare la Nato una realtà obsoleta e costosa, a cui Washington dà troppo rispetto a ciò che ottiene in cambio.

Che il Senato abbia scelto in questo momento di battere un colpo sul mantenimento di una posizione strategica, che costituisce il dna americano e su cui si fondano i principi del blocco occidentale composto da America del Nord e stati europei, è significativo non solo nei riguardi del vertice dell’alleanza a Bruxelles, ma anche dell’appuntamento successivo, l’incontro faccia a faccia (e in forma riservata ed esclusiva, almeno in parte, nonostante le perplessità) che Trump avrà, tra cinque giorni a Helsinki, con il presidente russo Vladimir Putin.

La mozione che hanno fatto passare i senatori americani è stata presentata da un democratico, Jack Reed del Rhode Island, ma la polarizzazione tra i due blocchi politici statunitensi (che in generale è molto meno forte al Senato) è stata bypassata da un voto praticamente unanime.

Reed, parlando dal floor della camera ha detto: “Nessuno dovrebbe mai mettere in dubbio la determinazione degli Stati Uniti nel rispettare i propri impegni per la mutua difesa dell’alleanza Nato […] Sfortunatamente, questa mozione è diventata necessaria perché alcuni dei nostri più stretti alleati sono giunti a mettere in discussione l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’autodifesa collettiva […] A volte il presidente Trump ha definito l’alleanza obsoleta e [per questo] i nostri alleati stanno cominciando a chiedersi se possono fare affidamento sugli Stati Uniti per venire in loro difesa in una crisi”.

Derek Chollet, executive vice presidente del think tank americano German Marshall Fund e già Assistant Secretary of Defense for International Security Affairs con Barack Obama, sentito da Formiche.net, spiega che quello del Senato è stato “un messaggio chiarissimo inviato da un’ala del Parlamento che, pur essendo a maggioranza repubblicana, ovvero dello stesso partito di Trump, è molto preoccupata per quanto sta accadendo. I temi economici sono una cosa, i nostri alleati e la sicurezza collettiva un’altra”.

Il senatore del South Dakota John Thune, tra i leader repubblicani, ha spiegato alla Cnn perché la mozione si è resa necessaria: “Penso che sia importante dimostrare un forte impegno nei confronti dell’alleanza Nato. Voglio dire, che questa [la Nato] è qualcosa che ha servito bene i paesi amanti della libertà per mezzo secolo”.

Nel testo votato dai senatori si legge che Washington, con la Nato, deve “dare urgentemente priorità al completamento di una strategia globale e completa di governo per contrastare le attività maligne della Russia che cercano di minare la fede nelle istituzioni democratiche negli Stati Uniti e in tutto il mondo”. Un messaggio ancora più chiaro, che proietta il commitment verso la Nato e nel confronto con la Russia.

(Foto: White House Video)
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