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Cda Rai, ecco i nomi scelti dal Movimento 5 Stelle (da votare su Rousseau)

Mercoledì 18 luglio è la giornata della Rai. Il Parlamento, infatti, sarà chiamato a votare i 4 consiglieri – due per ciascuna Camera – che andranno a comporre il cda della televisione pubblica. Su questo tema la forza guidata da Luigi Di Maio chiederà ai suoi iscritti di scegliere chi mandare nel cda attraverso una votazione su Rousseau che si terrà nella giornata di domani, dalle 10 alle 19, e si potrà scegliere tra 5 nomi selezionati esprimendo una sola preferenza.

La comunicazione agli iscritti è arrivata con un post pubblicato sul Blog delle Stelle, organo ufficiale del Movimento, in cui sono stati indicati i cinque nomi e i relativi curricula. La scelta degli iscritti al Movimento potrà ricadere su Paolo Cellini, Beatrice Coletti, Paolo Favale, Claudia Mazzola ed Enrico Ventrice, tutte personalità con esperienze in ambito televisivo.

Paolo Cellini, come si può leggere dal cv, è un manager che insegna economia digitale alla Luiss, è vice presidente Business Innovation/Technology Scouting di Octo Telematics S.P.A e in passato ha lavorato per Microsoft e Walt Disney; Beatrice Coletti è una manager con varie esperienze televisive come Amministratore Delegato e direttrice di canali televisivi tra La7, Sky, Fox; Paolo Favale è un avvocato con una lunga esperienza alla Rai come dirigente e impiegato nella struttura Relazioni istituzionali della Direzione Affari Legali della Rai. Claudia Mazzola, invece, è giornalista del Tg1 con un passato a Rai Parlamento, mentre Enrico Ventrice ha lavorato fino a marzo 2018 per un’azienda italo-americana che si occupa di produzioni televisive, la Global vision group Newsnet, oltre ad avere un passato come docente a contratto di Tecniche di management e marketing per il Product Placement all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Oltre ai quattro amministratori scelti dal Parlamento, altri due consiglieri sono nominati dal governo, mentre il settimo viene scelto dai dipendenti della Rai.

“Vogliamo mettere la parola fine alla lottizzazione della tv di Stato – si legge sul post del Movimento -, considerata da sempre un territorio da occupare e subordinare agli interessi di parte, una sommatoria delle opinioni piuttosto che un luogo di rappresentazione della diversità sociale e culturale del nostro Paese”. “L’azienda Rai – si legge ancora – dovrà ridisegnare completamente, da qui a cinque anni, la propria offerta. La qualità del prodotto audiovisivo, la sua fruizione attraverso i diversi dispositivi, la possibilità di commercializzarlo all’estero, costituiranno le sfide più urgenti” ed è quello che le figure professionali indicate si impegneranno a realizzare. Poi una critica alla riforma del 2015 che ha previsto un taglio dei componenti del consiglio di amministrazione (da 9 a 7 membri) e ha modificato l’iter per l’elezione che in passato spettava alla Commissione di Vigilanza.

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