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#Cinemarchionne, la libertà di satira e le ombre di Twitter

Satira, black humor. Forse, ma di cattivo gusto. Che i messaggi di stima e apprezzamento nei confronti di Sergio Marchionne e delle sue delicate condizioni di salute, non riescono del tutto ad arginare. È quello a cui gli utenti di Twitter hanno assistito questa mattina con la nascita dell’hashtag #Cinemarchionne, da alcune ore nelle tendenze del noto social network.

Un giochino di pessimo gusto che consiste nel denigrare il manager storpiando titoli di film. Mal riuscito in verità. Una reazione, scrive qualcuno, al tentativo di santificazione immediata del manager da parte di tutti i mezzi di informazione, senza la quale non avrebbe avuto motivo di esistere. Ma il divertimento ha lasciato presto spazio all’ira: “Sta girando l’hashtag in cui quattro sfigati si divertono a fare ironia su una persona in fin di vita e ci stanno dando l’ennesima prova di quanto possa far schifo l’essere umano”, ha scritto un utente.

Per la verità, in modo diverso, ma dallo stesso pulpito, qualcosa di ugualmennte ripugnante si era già manifestata appena circolate le notizie sullo stato di salute di Sergio Marchionne. A cui  nelle stesse ore si è aggiunta anche la pessima performance di un tale Luca Giangregorio (@LucaGiangre) con i suoi insulti prima nei confronti di Matteo Renzi, poi di Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl.

“La cosa preoccupante è che i commenti contro Marchionne sono due o tre, mentre i commenti contro quelli che hanno ideato l’hashtag #cinemarchionne sono migliaia”, fa notare un utente. Per fortuna esiste ancora un briciolo di umanità.

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