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Giorgio La Pira, l’attualità del pensiero del sindaco santo

È davvero straordinaria la notizia che arriva dal Vaticano. Papa Francesco chiama come nuovo direttore del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini. Perché straordinaria? Per due motivi. Primo, Paolo Ruffini è un giornalista laico direttore di TV2000, ed è la prima volta che un laico va a ricoprire un così delicato incarico. Secondo, per una splendida coincidenza: nello stesso giorno Papa Francesco ha autorizzato, durante l’udienza, la Congregazione a promulgare i decreti di beatificazione riguardanti, tra l’altro, anche il servo di Dio Giorgio La Pira riconoscendone le virtù eroiche. Presto, quindi, avremo Giorgio La Pira assurgere agli onori degli altari come beato. Riconoscimento che la Chiesa cattolica gli doveva per la sua purezza spirituale, per il suo impegno continuo a favore della pace, verso i deboli, i poveri, i bisognosi. Il nostro cuore non può che essere colmo di gioia per questa meravigliosa notizia. A Firenze, quando divenne sindaco della città veniva chiamato sindaco santo. Un episodio: in quel tempo una fabbrica, la Pignone, si trovava in grosse difficoltà, molti lavoratori rischiavano il posto di lavoro, La Pira fece di tutto per scongiurare il grave pericolo. Alla fine convinse l’amico Enrico Mattei, amministratore dell’Eni, a rilevarla. L’impresa continuò a lavorare.

Finita la guerra e subito dopo la vittoria della Democrazia cristiana del 18 aprile 1948 La Pira fece parte con altri amici del gruppo dei dossettiani, dal nome del suo principale esponente, Giuseppe Dossetti, e dossettiani furono anche Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati. Erano culturalmente cresciuti intorno all’Università Cattolica di Milano di padre Agostino Gemelli, e da qui l’appellativo di “professorini”. Espressero posizioni politiche distanti da alcune linee conservatrici della Dc, essi seguivano il pensiero di J. Maritain di umanesimo integrale fortemente improntato ad una concezione cristiana integrale della società, più attento alle esigenze di crescita sociale delle classi più povere del Paese.

I dossettiani pubblicarono una rivista, Cronache Sociali: fu lo strumento editoriale della loro battaglia. Nel primo numero della nuova serie (la rivista, fondata nel 1947, ebbe vita fino al 1951) La Pira pubblicò, come faceva spesso, nel 1950 un saggio dal titolo “L’attesa della povera gente”, ancora di valida attualità. I suoi articoli, come quelli degli altri esponenti rappresentavano linee guida dei professorini. Il gruppo dossettiano si impegnò a fondo per cercare di rinnovare il fronte anticomunista in un progetto di trasformazione sociale (ma anche economica e politica). Non per fare facili paragoni, ma quanto sarebbe auspicabile alimentarsi oggi al pensiero di un Giorgio La Pira, soprattutto alla luce di quanto sta avvenendo nel grande lago di Tiberiade (Mediterraneo) luogo di incontro e di pace di persone di cultura e di religioni diverse. E quanto sarebbe utile approfondire il patrimonio del pensiero del cattolicesimo politico, in un’epoca di agnosticismo, nichilismo, indifferentismo politico.

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