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Quanto manca all’ingresso di Tirana nell’Ue?

nell'Ue

Si avvicina il giorno di ingresso dell’Albania nell’Ue? Sono 35 i capitoli dei negoziati che verranno aperti, verosimilmente entro il maggio del 2019, data delle prossime elezioni europee. Così partono ufficialmente i preparativi per i negoziati che al primo punto vedono la valutazione di conformità della legislazione albanese con quella europea.

C’è però da registrare il no di Francia, Danimarca e Olanda, che di fatto impedisce l’avvio dei negoziati nell’immediato.

PRO

Il passaggio formale è stato “battezzato” dal commissario Ue all’allargamento Johannes Hahn. A settembre verrà ultimato il programma degli incontri fra le parti. Al momento i punti di forza che spingono per un sì a Tirana sono quattro: l’aria “europea”, la sponda di Ppe e Pse, il dossier business legato alla caccia al petrolio nello Ionio e l’internazionalizzazione dell’ateneo di Tirana, con docenti anche italiani.

L’economia fa segnare numeri incoraggianti: nel campo dell’innovazione l’Albania continua a crescere, con l’83esimo posto a livello mondiale nella classifica Global Innovation Index 2018, anche se gli altri paesi balcanici la precedono.

Tra l’altro il settimanale tedesco “Der Spiegel”, nei retroscena sul recente vertice Nato, ha riportato che il presidente americano Donald Trump avrebbe elogiato il Paese delle Aquile, poiché è uno dei paesi che hanno adottato in pieno il modo di fare tipico della politica americana. Inoltre un altro via libera è giunto da parte del think tank tedesco Dgap (German Council on Foreign Relations) che sta supportando la candidatura dell’Albania, evidenziando come il governo albanese sia l’unico ad avere attuato seriamente nuove riforme.

CONTRO

Vi sono alcuni punti delicati nell’economia complessiva della valutazioni europea sull’Albania: su tutti la riforma giudiziaria e lo Stato di diritto. La lotta alla corruzione non è ritenuta da Parigi e Amsterdam sufficiente, come da tempo sostiene il governo Macron, che chiude all’idea generale di allargamento ai Balcani occidentali. Stessi parametri adottati per la Fyrom, anche se l’intesa sul nuovo nome tra Skopje e Atene ha fruttato il sì francese ad un compromesso, con il dossier che si riaprirà tra un anno.

La corruzione in Albania ha lambito anche il governo recentemente, con l’opposizione che dalla piazza ha chiesto le dimissioni dell’esecutivo perché il fratello di un ministro è stato coinvolto in un caso di traffico di stupefacenti con l’Italia.

Proprio in questi giorni, tra l’altro, è stato rimosso dal suo incarico un membro della Corte suprema albanese: lo ha deciso la commissione indipendente di qualificazione, che deve valutare gli 800 magistrati del paese e la loro situazione patrimoniale e professionale. Per Artan Zeneli figurano delle irregolarità immobiliari, oltre la mancata comunicazione sulla privatizzazione di due fondi.

PARTITA A SCACCHI

Una sorta di partita a scacchi, con la mossa “migranti” che potrebbe avere un peso specifico puntuale. Infatti sulla riforma della politica migratoria europea è stato registrato il no di Edi Rama all’istituzione di centri di asilo dell’Ue nel suo paese (anche se ha aveva promesso di aderire all’Europa in cambio di questo piccolo grande aiuto), mentre invece in Grecia pare che il governo stia pensando di “accettare” ma in cambio di una maggiore flessibilità sui conti.

Va ricordato che l’Albania si è tramutata. da semplice passaggio di migranti. in vera e propria meta per i rifugiati, come dimostrano i numeri fatti registrare dai centri di accoglienza di Tirana. In questo momento l’Albania è molto ricercata dai rifugiati per il semplice motivo che, grazie ad un netto risparmio di tempo rispetto ad altri luoghi, con i nuovi documenti è possibile trasferirsi in Germania, Francia e Regno Unito. E’la ragione per cui l’Ue aveva scelto Tirana come nuovo sito per le piattaforme di accoglienza. Ma il governo fa muro (per ora?).

OTTIMISMO

Secondo il premier albanese Edi Rama l’Albania “non perderà 12 mesi, perché avremo 12 mesi per arrivare già pronti all’avvio ufficiale dei negoziati, e cercheremo di trattare con l’opinione pubblica, siamo assolutamente pronti e desiderosi di iniziare questo processo”. E il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha aggiunto: “Non ho alcun dubbio che se l’Albania manterrà questo slancio nell’agenda delle riforme, i negoziati verranno aperti e diventerà parte dell’Ue. La mia speranza e il mio desiderio è che le forze politiche albanesi lavorino insieme per raggiungere l’obiettivo”.

Sullo sfondo un elemento che potrebbe giocare un ruolo non secondario nella partita. Il dossier idrocarburi. Grandi compagnie petrolifere hanno espresso interesse a fare ricerca petrolifera al largo delle coste albanesi. Lo scorso mese di febbraio è stato siglato dal governo un accordo di esplorazione petrolifera con Shell Upstream Albania, per il blocco 4 nei monti meridionali di Shirpag.

Totale dell’investimento 42 milioni di dollari in sette anni, ma la durata complessiva dell’accordo potrebbe essere di 25 anni. Si stima che le riserve di petrolio in loco ammontino a 220 milioni di barili.

twitter@FDepalo

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