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Perché è iniquo agire unilateralmente sulle pensioni d’oro. Parla Fiorella Kostoris

Quando è giusto il principio ma non il meccanismo per metterlo in pratica. La maggioranza gialloverde ha il pallino delle pensioni d’oro su cui ancora oggi è tornato il leader dei pentastellati.

“Stiamo lavorando”, ha detto Di Maio in una  diretta Facebook, “per tagliare le pensioni d’oro. La proposta è pronta. La porterò in commissione in Parlamento la settimana prossima. Sono previsti tagli per quelle dai 4 mila euro in su per chi non ha versato i contributi”. Perché, “se prendi una pensione di 20 mila euro e non hai versato i contributi, io te la taglio, come abbiamo fatto con i vitalizi, e ti do la pensione per quanti contributi hai versato”.

Un’idea però potenzialmente pericolosa e molto probabilmente iniqua. Il perché lo spiega a Formiche.net Fiorella Kostoris (qui una precedente intervista a questa testata), economista, membro del board Mps e grande esperta di previdenza, che già si è espressa in modo critico contro un’altra battaglia legastellata, la revisione della legge Fornero su cui poggia il nostro attuale sistema pensionistico.

Tanto per cominciare “andare a toccare un diritto acquisito, quale è una pensione anche sopra i 4 mila euro, può essere anti-costituzionale. Questo implicherebbe, nell’ipotesi, una valanga di ricorsi che con ogni probabilità verrebbero accolti. Ma il punto non è solo questo”, premette Kostoris.

“In linea di principio non sono contraria nell’intaccare le pensioni alte. Ma non in questo modo, che è iniquo. Io dico, è sbagliato tagliare alla base le pensioni, perché sono un diritto. Molto meglio valutare un’imposta straordinaria da applicare sopra certi assegni. Allora può avere un senso. Ma non basta”.

Nel ragionamento della Kostoris c’è di più. “Diamo per buona un’imposta straordinaria per le pensioni più alte, che qualcuno chiama d’oro anche se a me non piace. Bisogna intaccare allora pure i redditi sopra un certo livello. Tassare solo le pensioni e non i redditi elevati non ha senso, perché si va a colpire chi è inattivo, come un pensionato, dunque non più in grado di controbilanciare con nuovo reddito l’imposta”.

“Sarebbe iniquo e ingiusto. La cosa migliore sarebbe applicare un’imposta alle pensioni più elevate, e non tagliarle alla base come fa capire Di Maio e allo stesso tempo attuare il medesimo meccanismo anche ai redditi, colpendo chi è ancora in grado di produrre risorse per bilanciare il prelievo”.

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