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Che succede a Mosca? La popolazione inizia a ribellarsi e Putin stringe sui diritti

Stefanini, Russia, sanzioni putin

Il governo russo di Dmitri Medvedev ha proposto, col consenso discreto del presidente Vladimir Putin, di mettere mano alle pensioni con una riforma che riguarderà soprattutto l’età pensionabile. La questione dell’innalzamento dell’età a cui andare in pensione, come riporta uno studio dell’Higher School of Economics (Hse) dell’Istituto di ricerca nazionale russo citato dal quotidiano economico Kommersant (uno dei più seri del paese), era inevitabile: da novant’anni in Russia gli uomini vanno in pensione raggiunti i sessanta, le donne a cinquantacinque anni, la quota più bassa dei paesi Ocse.

Innalzare l’età pensionabile – la proposta prevede di portarla a 65 anni per gli uomini e 63 per le donne, rispettivamente entro 2028 e 2034, un periodo di transizione che il governo definisce “sufficientemente lungo” – è praticamente una necessità, “per far fronte alla contrazione delle forza lavoro” dice il governo, in un paese la cui economia statale, collegata a giganti delle materie prime come Gazprom, Rosneft, Rusal, è in forte crisi. Ridurre la spesa per le pensioni, e l’aumento relativo degli introiti per le tasse sul lavoro, è parte forte del piano di risanamento imposto dal Cremlino.

Però, come ovvio, ha immediatamente prodotto le reazioni degli oppositori, guidate dagli show mediatici dello storico nemico di Putin Alexey Navalny, liberista di fondo e occidentalista, dunque teoricamente d’accordo col sentiero intrapreso da tanti governi occidentali sulle pensioni, che però gioca d’opportunismo sull’argomento (“Siamo onesti: l’aumento dell’età pensionabile ideato da Putin e (dal primo ministro Dmitry) Medvedev è un vero crimine”, ha detto Navalny su Instagram. “È una rapina comune a decine di milioni di persone sotto le spoglie di una riforma tanto necessaria”).

Ma anche i sindacati corporativi e diversi partiti politici (come i comunisti e i nazionalisti radicali) hanno sostenuto le proteste in diverse citta, Vladivostok, Khabarovsk e Komsomolsk-on-Amur e nella città siberiana di Omsk – ma non in quelle che ospitano i Mondiali, dove vige una legge speciale che vieta le manifestazioni, studiata per dare un’immagine stabile del paese, messaggio di soft power imposto da Putin.

I cittadini sono scontenti: “Paga e muori”, “Smetti di frugare nelle nostre tasche”, “Non vivrò così a lungo”, “Voglio vivere per ottenere una pensione decente, non sopravvivere finché non avrò la mia bara” e “le pensioni sono per i vivi, non i morti”, sono gli slogan che i manifestanti hanno cantato durante le proteste di domenica (in qualche caso allungate fino al lunedì). I russi hanno contestato più che altro il motivo formale su cui il governo ha voluto vincolare l’innalzamento: l’aumento delle prospettive di vita.

Secondo l’Oms adesso gli uomini nella Federazione russa possono puntare ai 66 anni, mentre le donne ai 77: troppo pochi, dicono i critici, per sostenere l’innalzamento proposto dal governo (l’Hse però non è d’accordo, e sostiene che con l’aumento della qualità della vita e dell’assistenza sanitaria la previsione è che nei prossimi anni cresca ancora la timeline ipotetica sulle prospettive di vita).

La Bbc cita un sondaggio secondo cui l’80 per cento dei cittadini sostiene di essere contrario alla proposta del governo, con 2,5 milioni di persone che si sono mossi per una petizione contro il governo. L’istituto statale VTsIOM – di solito molto prudente – indica inoltre che l’approval di Putin è sceso di 14 punti nelle ultime due settimane (dal 78 al 64), da quanto cioè è iniziata a circolare la proposta, e il centro sondaggi Levada conferma il dato, che si ripercuote anche su Russia Unita, il partito di Putin e Medvedev. Il quadro attuale non appare dei migliori per il presidente.

Putin, che conosce la delicatezza della legge Fornero-russa tanto che nell’ultima campagna elettorale ha evitato di passare sull’argomento, ha provato a smarcarsi, cercando di far passare il governo come decisore finale a cui spettano di diritto certe scelte, ma come ha scritto il quotidiano Moskovski Komsomolets quella delle pensioni potrebbe essere la “più pericolosa e rischiosa riforma in vent’anni di potere di Putin” (considerando che già nel 2005, quando fu varata l’ultima riforma pensionistica, ci furono numerose proteste).

Il Cremlino ha piena consapevolezza del pericolo, per questo aveva scelto di far uscire l’annuncio sulle pensioni in contemporanea con la cerimonia inaugurale dei Mondiali, con la festa e i rumori che avrebbero dovuto ovattare l’impatto della nuova legge sull’opinione pubblica. Contemporaneamente ha anche annunciato qualcosa di concreto, come l’aumento delle pensioni minime e di invalidità e alcune agevolazioni (i pensionati di Mosca e della regione potranno viaggiare gratuitamente sui tantissimi tram, per esempio).

D’altronde, il governo per risanare le casse statali e mascherare i danni che la stagnazione al ribasso dei prezzi del petrolio durante il biennio 2014-2015 ha prodotto (abbinata alle sanzioni occidentali post-Crimea e ai costi dell’avventurismo militare putiniano), aveva davanti due strade interne: l’innalzamento dell’età pensionabile (e conseguenze collegate), oppure aumentare la tassazione, che però ha nell’aliquota bassa una sua forza di attrazione per gli investimenti stranieri e uno dei principali interessi degli oligarchi che sorreggono il sistema di potere del Cremlino.

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