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Studenti, ministri, prof, generali e magistrati insieme? Alla festa della Link Campus si può

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Uno studente prende uno scappellotto da un professore che si complimenta per il suo ultimo 30 e lode all’esame. Elisabetta Trenta sorride ai presenti e chiacchera amabilmente con i suoi colleghi, quasi volutamente dimentica, per una sola serata, di avere sulle spalle il ministero della Difesa. Paolo Savona arriva affaticato dalla giornata e confessa di non potersi tenere lontano a lungo dal buffet, “non ho mangiato nulla tutto il giorno”. Giovanni Tria scambia sorrisi con Franco Frattini, mentre i sottosegretari pentastellati Lorenzo Fioramonti e Angelo Tofalo si prestano agli obiettivi dei fotografi prima di sedersi a tavola. In mezzo c’è Vincenzo Scotti, l’intramontabile Dc, già ministro dell’Interno e degli Esteri, che da padrone di casa accoglie gli ospiti uno ad uno, senza neanche un attimo di spaesamento. È la fotografia, una delle tante, della festa annuale che la Link Campus ha ospitato questo martedì sera aprendo le sue porte per far banchettare all’ombra del Vaticano studenti, insegnanti, ministri e sottosegretari, generali delle Forze armate e giornalisti. Una tale miscela è rara altrove, ma non alla Link. Che in venti anni ha sfornato classe dirigente a go-go anche grazie a questo: affiancare alle lezioni frontali una docenza pragmatica, specialistica, tecnica, che unisce teoria e pratica e vede all’opera allievi, professori e addetti ai mestieri.

Non è facile da capire in un Paese come l’Italia, dove ipocrisia vuole che politica, giornalismo e università interagiscano sottovoce, senza farsi vedere, salvo presentarsi pubblicamente a compartimenti stagni. E infatti in questi mesi di grandi mutamenti politici dove tutto, anche il nulla, fa notizia da prima pagina, abbiamo sentito parlare della Link come il quartier generale della Spectre. “Inchieste”, supposizioni, trame alla Dan Brown e racconti di sette segrete hanno divertito i lettori di qualche rivista patinata. Per non parlare di quando si è scoperto che nella lista dei candidati ministri a Cinque Stelle figuravano ben tre professoresse della Link (Elisabetta Trenta, Emanuela Del Re, Paola Giannetakis). Apriti cielo: Vincenzo Scotti si è trasformato a sua insaputa nel grand commis del governo. E pensare che l’ex ministro non ha mai fatto mistero di apprezzare il groviglio di idee, persone, istituzioni che fin dalle origini ha portato linfa all’ateneo.

“Vi ringrazio tutti quanti per quello che date a questa università” ha esordito accogliendo gli ospiti nel cortile del campus, “noi abbiamo sempre cercato di far lavorare fianco a fianco studenti e professionisti, docenti e politici. Solo così si può formare la nuova classe dirigente del Paese”. Scotti non ha nascosto l’orgoglio per quella che negli anni è divenuta una “research university”, dove formazione e ricerca vanno a braccetto. E ha ricordato l’importanza di saper ascoltare i giovani con umiltà per capirli fino in fondo e creare in loro uno sguardo critico sulla realtà.

Torniamo agli ospiti, perché non è finita. Una conferenza di Luigi Di Maio e tre professoresse nel totonomi governo erano bastate a far della Link la fucina del mondo pentastellato. Ma la passerella di martedì sera ha detto il contrario, vedendo sfilare volti vecchi e nuovi della politica che di certo non appartengono al circolo di Casaleggio & Co. Non si spiegherebbero altrimenti i sorrisoni di Giovanni Malagò, i dem Marianna Madia, Khalid Chaouki e Gennaro Migliore, i forzisti Elvira Salvino e Alessandro Cattaneo, il sottosegretario leghista Raffaele Volpi e poi ancora Gianni Letta, Cesare Salvi e l’ex magistrato Liliana Ferraro, fedelissima della prima ora di Giovanni Falcone. Non proprio punte di diamante dell’inner cicle pentastellato, ecco.

Fra il cortile di pietra e il giardino al lume di candela la politica ha incontrato un parterre d’eccezione di vertici delle forze armate, dai Carabinieri alla Marina fino alla Finanza e all’Aeronautica. Questo sì, è un vanto della Link, che nel settore, anche grazie ai trascorsi di Scotti, può contare su amicizie che fanno gola a molti. Al loro fianco la Trenta e Tofalo, i due vertici pentastellati di via XX Settembre. Entrambi di casa alla Link: la ministra ha lasciato la docenza solo alla vigilia del giuramento, mentre il giovane sottosegretario, già membro del Copasir, ha conseguito il master di II Livello di Intelligence & Security diretto da Marco Mayer. In questi giorni turbolenti per le Forze armate, non solo per il braccio di ferro del governo sugli sbarchi, quasi nessuno ha dato buca: fra gli altri hanno preso parte alla cena il capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano,  il n.1 della Marina, l’ammiraglio Valter Girardelli, il generale Massimiliano Del Casale, presidente del Casd, e il capo di Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri Enzo Bernardini. Fra una battuta e un’altra nel brusio c’è anche chi parla di politica e borbotta contro il titolare del Viminale, che ultimamente ha invaso il campo di più di un collega. Qualcuno rompe gli indugi e invita a difendere le proprie prerogative: “Bisogna anche saper dire dei no”.

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