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Chi attenta alla Cyber sicurezza negli Emirati sarà punito (molto). Ecco come

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Stoccata alla cybercriminalità negli Emirati Arabi Uniti. Dall’agenzia Al Arabya arriva la notizia secondo cui il presidente, Khalifa bin Zayed, avrebbe emesso un decreto federale per aggiornare la legge sulla criminalità informatica e qualsivoglia attentato alla sicurezza cibernetica del Paese (compreso lo spionaggio industriale ed economico).

Giusto qualche settimana fa, infatti, mentre la tensione tra Washington e Teheran continuava a crescere, il gruppo hacker Leafminer, con radici che affondano nella Repubblica islamica, avrebbe impiegato il proprio malware per minacciare molte compagnie del Medio Oriente, mettendo in allarme la sicurezza emiratina.

COSA PREVEDE IL DECRETO

La nuova legge prevede, “per chi gestisce un gruppo o una pagina web allo scopo di creare gruppi, associazioni o organizzazioni terroristiche che promuovono atti di criminalità informatica” la reclusione da 10 a 25 anni e una multa dai 2 milioni ai 4 milioni di Aed.

Inoltre, in aggiunta a queste sanzioni, si terrà conto anche del livello di gravità del reato, arrivando ad aggiungere un’ulteriore pena pecuniaria che potrà andare da 500.000 a 1 milione Aed per chiunque aprisse siti web online con lo scopo di diffondere odio.

SORVEGLIANZA ELETTRONICA ED ESPULSIONE

I trasgressori al primo arresto, si legge nel decreto “saranno sottoposti all’autorità giudiziaria che potrà decidere se sottoporre l’imputato a prova e sorveglianza elettronica, impedendogli di utilizzare i mezzi informatici per un periodo non superiore alla pena massima prevista”.

Infine, la legge degli Emirati stabilisce come il tribunale potrà decidere se espellere direttamente un ipotetico straniero accusato di essere coinvolto in crimini informatici.

EMIRATI IN ALLARME

Il rinforzo della legge arriva al culmine di un periodo di tensione sul fronte cybercrimes e della sicurezza  cibernetica nel Paese, bersaglio di continui attacchi da parte degli hacker. A novembre dello scorso anno, infatti, il centro nazionale per Cyber-Sicurezza del governo saudita aveva avvertito sull’ondata di hackeraggio in corso. Ondata che avrebbe avuto il marchio di fabbrica “MuddyWater” e avrebbe riguardato anche altri quattro paesi mediorientali.

IRAN

Il tassello mancante, che secondo gli esperti sarebbe ricollegabile all’aumento della sicurezza negli Emirati, sarebbe proprio l’Iran. Il Paese, infatti, da tempo è impegnato in una guerra informatica con Arabia Saudita e Usa, oltre che con Israele. E, secondo, un report del National Counterintelligence and Security Center, Teheran è identificabile come una delle capitali più attive nello spionaggio economico e industriale contro Washington.

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