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Il tiro Mancino della Lega (contro la Lega)

salvini, Mancino, magatti

In questo venerdì d’inizio agosto una domanda sorge spontanea, perché altrimenti dovremmo pensare ad effetti perversi della calura. Ministro Fontana, Lei ci è o ci fa? Già perché occorre capire come si può interpretare il mandato di ministro della Famiglia aprendo polemiche a destra e a manca e cercando sistematicamente lo scontro con il proprio alleato di governo (M5S), come oggi accade sulla Legge Mancino.

Qui infatti non è in gioco il tema oggetto della legge, su cui si potrebbe aprire un dibattito anche piuttosto profondo ed interessante. Qui è rilevante l’aspetto politico della vicenda, reso plastico dal fatto che un ministro della Lega apre un fronte “a freddo”, sapendo perfettamente quali delicate sensibilità sono in campo, per ottenere di essere sonoramente contestato dal sue premier e dal leader del partito suo alleato di governo (Conte e Di Maio), con l’evidente effetto di rendere surreale l’intero dibattito (come peraltro già accaduto recentemente su Tap, Tav e Ilva, tanto per fare qualche esempio).

Quindi, caro ministro Fontana, Lei ci è o ci fa?

Perché nel primo caso vuol dire che il suo modo di interpretare il ruolo di ministro è pittoresco tendente all’inadeguato. Se invece Lei ci fa vuol dire che siamo di fronte ad una strategia, probabilmente decisa con il leader del suo partito Salvini. Vuol dire cioè che avete deciso di iniziare una “fase due” del governo, quella cioè in cui volete creare problemi anziché risolverli (su Foa presidente della Rai la Lega si è comportata esattamente così).

Ecco allora che (conti alla mano, come ben sa il ministro Tria) l’autunno si annuncia buio e tempestoso. Sappia, caro ministro Fontana, che se il suo intento era quello di avviarci possiamo rassicurarLa: ci è riuscito perfettamente.

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