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L’ombra sull’accordo con Hamas: ancora aria di guerra

Il 7 agosto, prima delle 12:00, operativi di Hamas svolgono un’esercitazione militare al confine settentrionale della Striscia. Gli spari dei due militanti, identificati da Hamas come due cecchini, sono stati percepiti dai soldati israeliani come un diretto attacco. Un colpo di mortaio da un carro armato colpisce i due cecchini uccidendoli. Hamas annuncia he risponderà all’attacco e Israele si prepara annunciando lo stato di massima allerta. Il giorno successivo, l’8 agosto, alle 17:00 circa, Hamas annuncia che sta arrivando a un’intesa di tregua di lungo periodo. Dopo qualche ora iniziano i missili, che durano tutta la notte e continuano oggi per un totale di più di 180 lanci.

La risposta militare di Israele è di nuovo massiccia, avvicinandosi a quella che può esser considerata un’operazione militare vera e propria. Il sistema difensivo “Iron Dome” intercetta 30 missili, mentre le sirene continuano a suonare nelle cittadine vicino al confine. Nessun tipo di attività pubblica o privata (lavoro, campi estivi per bambini e giovani) è permessa in luoghi che non sono attrezzati con rifugi antimissile; è proibito il lavoro agricolo; e sono state cancellate le attività culturali per i prossimi giorni.

L’esercito israeliano ha colpito 150 obiettivi militari di Hamas, molti dei quali localizzati in zone densamente abitate di varie zone della Striscia, inclusi campi di addestramento, quartier generali, depositi di armi e basi militari, vicini a scuole, case private, e all’hotel dell’Onu a Jabaliya. Tra gli obiettivi colpiti, anche tunnel sotterranei verso Israele e tunnel costruiti sulla costa. Un ferito medio nella cittadina di Sderot e una ferita medio-grave – un’operaia thailandese colpita stamane mentre stava entrando in fabbrica. I bombardamenti israeliani hanno causato due vittime civili palestinesi, madre e figlio, morti un bombardamento di un deposito di armi.

Hamas insiste che sta a Israele riportare la calma, che ritornerà una volta finiti i bombardamenti. L’esercito sarebbe pronto a un’operazione militare di larga scala: secondo quanto riportato da parte della stampa israeliana, potrebbero esser emessi ordini di evacuazione delle cittadine vicino a Gaza e ordini di richiamo dei riservisti. Cosa cerca Hamas e qual è la strategia di Israele?

Secondo l’ex generale Amos Yadlin, in un’intervista alla radio israeliana Kan B’, Israele dovrebbe rispondere in maniera decisa per scoraggiare Hamas da altre future escalation. Il commentatore Ron Ben-Yishai sostiene che Hamas opera con lanci indiscriminati di questa portata perché la deterrenza già non funziona, suggerendo che il tipo di risposta di Israele non è sufficientemente forte da incutere timore nell’organizzazione terroristica.

Il lancio di missili è iniziato qualche ora dopo che Hamas si è detta pronta a raggiungere un accordo di tregua. Questo fa pensare che l’escalation sia indirizzata proprio ad ottenere un accordo più vantaggioso, mostrando la forza militare nel periodo delle delicate negoziazioni. Il messaggio può essere diretto verso Israele e verso l’ANP che ancora non ha ripreso i pagamenti dei salari né la fornitura di energia elettrica.

Alle 16:00 ora israeliana si riunirà il Gabinetto di Sicurezza, da cui uscirà la decisione se iniziare un’operazione militare o rispondere con potenza a ogni episodio militare fino al raggiungimento di un accordo.

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