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Chi e perché nel M5S insiste con l’ideologia dei No. Contro il governo

alessandro di battista, governo

Che ci siano due anime nel Movimento 5 Stelle non è certo un mistero, ma che quella più puramente movimentista, quella dei cosiddetti ortodossi, si stia facendo sentire in queste prime settimane d’agosto, è altrettanto palese. Prima Alessandro Di Battista, che dal Messico esorta i ministri grillini a non dimenticare i no storici a Tav e Tap, poi quelle di Roberto Fico, che intervistato da Repubblica prende le distanze dalla Lega di Matteo Salvini su temi storici del Movimento e infine Beppe Grillo, il fondatore di M5S insieme a Gianroberto Casaleggio, che ha fatto un passo di lato con il passaggio di consegne a Luigi Di Maio, ma che liberamente lancia i suoi suggerimenti al giovane vicepremier. Ultimo in ordine di tempo? Quello sul Tap, il gasdotto, definito “inutile” in un articolo pubblicato ieri sul sito www.beppegrillo.it.

“Affermare che con la TAP siamo più indipendenti energeticamente è una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Che non ha alcun senso logico ed è una contraddizione”. Le parole sono di Paolo Ermani – “Scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale”, si legge nella biografia – ma a pubblicare l’articolo è il sito di Beppe Grillo. Ermani, nel suo scritto, sottolinea come il gasdotto Tap, su cui il governo non ha ancora preso una posizione definitiva, non serva all’Italia per una maggiore indipendenza energetica, anzi. “La vera, unica, sola indipendenza energetica in Italia è quella che potenzialmente abbiamo da sempre, grazie alle nostre risorse naturali ed eccezionale posizione geoclimatica che ci farebbe l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili”, scrive Errmani, il linea con le posizioni storiche del Movimento sulle grandi opere, che andavano nella direzione del no.

Che sulle grandi opere ci sia distanza tra Lega e Movimento 5 Stelle, le due forze di governo, lo ribadisce anche Roberto Fico dalle pagine di Repubblica. “La Lega conosce la nostra storia, noi la loro. Siamo forze politiche ben distinte e alternative”, spiega il presidente della Camera interpellato proprio sulle grandi opere, che seppure con meno veemenza di Alessandro Di Battista – libero da vincoli istituzionali e di governo – ribadisce anche il no alla Tav. “Quanto alla Tav, quella contro la Torino Lione è una lotta cui ho partecipato dal 2005 – afferma Fico rispondendo ad Annalisa Cuzzocrea -. C’è stato un grande lavoro con il movimento no Tav, è una battaglia che non si può dimenticare. Come l’acqua pubblica, cui ho legato la mia presidenza. La legge arriverà presto e mi auguro venga approvata con il più ampio consenso possibile”.

E mentre dagli uffici stampa dei ministri competenti – Toninelli e Di Maio – così come dai profili social rimbalzavano dichiarazioni sulle grandi opere, che andavano dal no al forse, fino al “valuteremo”, la sferzata maggiore al Movimento guidato da Luigi Di Maio è arrivata da Alessandro Di Battista, che il giorno prima del suo compleanno, in una diretta Facebook da Puerto Escondido, in Messico, esortava tutti i ministri a 5 Stelle e lo stesso Di Maio a prendere decisioni forti sulle grandi opere. “Tap e Tav? Ministri M5S abbiano coraggio di dire No come sta facendo Di Maio”. “I ministri del Movimento 5 Stelle devono avere lo stesso coraggio che sta dimostrando Luigi. La Tap e la Tav sono questioni su cui abbiamo dato battaglia, abbiamo fatto delle promesse e abbiamo preso voti su ste robe qui, ora è il momento di andare avanti”. Insomma, l’anima ortodossa del Movimento non è silente. E non sfugge, poi, un dettaglio, nella diretta di Di Battista: “Ci tenevo a chiudere la mia esperienza, la mia prima, poi vedremo in futuro, da parlamentare facendo questo gesto”, (ossia con la restituzione del tfr da parlamentare, che Di Battista ha destinato in beneficienza a varie associazioni). Insomma, Di Battista c’è, ma soprattutto – dice – tornerà.

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