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Sicilia alla Tech Week. Tecnologie spaziali e startup spingono l’isola in orbita

A Torino, la Sicilia si dimostra sempre più proiettata verso l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione al settore aerospaziale. Tuttavia, nonostante le potenzialità offerte da progetti come Flyeye e la startup space2earth, la regione deve ancora affrontare sfide strutturali significative, necessitando di focalizzare le risorse su settori verticali e di lungo termine per garantire un futuro di crescita

Durante l’ultima giornata dell’Italian Tech Week, un evento chiave ha messo in luce le grandi potenzialità della Sicilia nel diventare un polo di innovazione tecnologica. Ricca di storia e cultura, l’isola si sta progressivamente trasformando in un centro d’eccellenza anche per settori avanzati come l’aerospazio. Il panel di esperti, moderato da Davide Pisasale, ceo e co-fondatore di Aitho, ha riunito Roberto Ruggeri, serial entrepreneur & innovation strategist, Ugo Parodi Giusino, fondatore e Ceo di Magnisi, Paola Brafa, ceo e co-fondatrice di space2earth, e Rosario Faraci, professore di economia aziendale presso l’Università di Catania.

Uno dei momenti più rilevantu del panel “Next Sicily, time for innovation” è stato l’intervento di Paola Brafa, la giovane fondatrice di space2earth, una startup innovativa che si propone di sfruttare le tecnologie spaziali per promuovere lo sviluppo sostenibile sulla Terra. “Nel tempo ho maturato due grandi passioni: l’ambiente e lo spazio, e ho sempre sperato di poterle unire in un progetto che potesse fare la differenza”. Ed è proprio da questo desiderio che è nata space2earth, una startup che utilizza modelli di intelligenza artificiale per elaborare dati satellitari e sensori IoT, con l’obiettivo di monitorare rischi ambientali e climatici.

Space2earth si distingue per la sua capacità di combinare dati complessi provenienti da diverse fonti, come satelliti e sensori terrestri, rendendoli accessibili attraverso una piattaforma digitale. “Oggi, gestire aree vaste e complesse per la prevenzione dei rischi naturali è una sfida enorme, resa ancora più difficile dalla mancanza di dati integrati e strumenti digitali efficaci per interpretarli”, ha spiegato la giovane startupper. “La transizione digitale e ambientale sono la chiave per risolvere questo problema, e space2earth si colloca proprio in questo contesto, offrendo soluzioni avanzate per una gestione più sostenibile delle risorse.”

La startup, attualmente incubata nel programma Esa Bic dell’Agenzia spaziale europea in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha già attirato l’attenzione di investitori e partner strategici. Recentemente, space2earth ha firmato un contratto con l’Ente Foreste della Regione Sicilia per la digitalizzazione delle infrastrutture boschive, utilizzando modelli 3D ad alta densità per la gestione dei territori e la prevenzione di incendi.

L’intervento di Paola Brafa si è inserito in un contesto più ampio di discussione sulle opportunità di innovazione in Sicilia, in particolare per quanto riguarda il settore aerospaziale. Nell’ultimo periodo la regione è stata protagonista sul dibattitto per la fattibilità di realizzare il Flyeye, un telescopio innovativo progettato per monitorare gli asteroidi Near-Earth Objects (Neo) che potrebbero rappresentare una minaccia per la Terra.

Il progetto, parte del programma di difesa planetaria dell’Agenzia spaziale europea, ha recentemente ricevuto il via libera definitivo dal TAR della Sicilia, che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da diverse associazioni ambientaliste.

Nonostante le preoccupazioni sollevate sull’impatto ambientale, il telescopio Flyeye sarà comunque realizzato sul Monte Mufara, nelle Madonie. Questa infrastruttura riveste un’importanza strategica non solo per la protezione planetaria, ma anche per l’economia locale, con un investimento totale di 12 milioni di euro e un impatto economico stimato in 1,5 milioni per l’indotto. Il progetto si inserisce nel più ampio contesto di sviluppo tecnologico e scientifico della Sicilia, rafforzando il ruolo crescente dell’isola nel settore aerospaziale e nella ricerca avanzata.

Secondo Ugo Parodi Giusino, fondatore di Magnisi, uno degli elementi cruciali per lo sviluppo dell’innovazione in Sicilia è la capacità di attrarre capitali e talenti. “In passato, abbiamo sempre visto la Sicilia come un luogo con limiti, ma è proprio in questi limiti che si può trovare il potenziale per creare qualcosa di unico. Bisogna trovare un settore verticale in cui la Sicilia possa eccellere a livello globale nei prossimi dieci anni,” ha detto Giusino, sottolineando l’importanza di focalizzare le risorse su progetti specifici e di lungo termine.

Il messaggio centrale emerso dall’evento è che la Sicilia, nonostante le sue sfide strutturali, ha tutte le carte in regola per diventare un polo di riferimento per l’innovazione, specialmente nel settore aerospaziale. La storia di space2earth e il progetto Flyeye ne sono esempi tangibili: realtà che dimostrano come l’isola possa giocare un ruolo strategico nel futuro tecnologico non solo italiano, ma anche europeo.



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