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Come è Amatrice un anno dopo il terremoto. Il reportage fotografico

Amatrice
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Esattamente un anno fa c’è stato il dramma di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto: quasi trecento morti in un fazzoletto di terra impervia, splendida e antica a cavallo tra Lazio e Marche. Il suolo ha iniziato a tremare alle 3.36 del 24 agosto 2016 alla vigilia dell’annuale sagra dedicata al piatto che ha reso celebre nel mondo questo angolo d’Italia: la pasta all’amatriciana. Due giorni dopo i morti erano 291, più di 200 solo ad Amatrice, e quei luoghi, quei paesini minuscoli e arroccati si erano trasformati in una Beirut di montagna.

La chiesa di Sant’Agostino, danneggiata il 24 agosto 2016 e poi devastata dalla scossa dell’ottobre successivo, è avvolta dai tubi delle impalcature e quel che resta dei suoi muri antichi è in sicurezza e in via di recupero. Il resto del centro storico, però, è esattamente come lo avevamo lasciato l’anno scorso: un immenso cumulo di macerie.

I più fortunati tra gli sfollati hanno ottenuto le casette in legno: graziose ma ancora troppo poche rispetto alle esigenze. E il malcontento c’è.

In un modo o nell’altro, Stato o non Stato, Amatrice sta risorgendo.

Continua a leggere il reportage di Andrea Pasquali da Amatrice

(Foto di Andrea Pasquali)

 

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