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Chi ha partecipato al convegno sull’Europa organizzato da Rutelli a Roma. Le foto

Francesco Rutelli
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Sandro Gozi
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Benedetto Della Vedova
François Bayrou e Paolo Gentiloni
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François Bayrou e Paolo Gentiloni
Andoni Ortuzar, François Bayrou e Paolo Gentiloni
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Andoni Ortuzar, François Bayrou e Paolo Gentiloni
Beatrice Lorenzin
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Francesco Rutelli
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“La globalizzazione è stata sottovalutata, la digitalizzazione è stata immediata: tutto questo ha spezzato il sentimento europeo”. Ma “noi europei siamo migliori se siamo uniti e allora avanti con coraggio, progettualità, responsabilità. Dando risposte efficaci ai cittadini”. Così Francesco Rutelli intervenendo al convegno su “L’idea democratica e l’avvenire dell’Europa”, organizzato al Tempio di Adriano a Roma dal Partito Democratico Europeo, fondato e copresieduto dallo stesso ex sindaco di Roma e da François Bayrou. “Oggi si riuniscono a Roma – ha detto Rutelli – le forze che credono nell’Europa e che vogliono una rifondazione dell’Europa perché un Paese come il nostro senza Europa conta poco nel mondo e non potrà farsi ascoltare”. Per Rutelli “è importante che ci siano partiti diversi, organizzazioni diverse, organizzazioni europee diverse, forze europeiste della prima ora, forze giovani perché dobbiamo avere il coraggio di scommettere su di un’Europa che rinasce anziché voltarle le spalle. Altrimenti sarà la storia a voltarci le spalle”.

All’appuntamento hanno preso parte, oltre ad esponenti di governi europei, il premier Paolo Gentiloni e i ministri Carlo Calenda e Beatrice Lorenzin.

L’Europa, ha sostenuto Gentiloni, “è una scelta strategica, non passeggera”. L’evidente “shock del referendum inglese” ha però dimostrato che la conseguente “notizia della morte dell’Unione europea era largamente esagerata”. Lo shock della Brexit “in realtà – ha spiegato – è all’origine di una ripresa di slancio, ha rimesso la questione Ue al centro dell’agenda politica”. (Qui l’articolo di Francesco Bechis sull’intervento di Gentiloni)

Intervenendo al convegno organizzato dal Partito democratico europeo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda ha detto che “Serve un’Europa con una governance più assertiva e più forte, che lavori, per le sue decisioni, a maggioranza e non con l’unanimità”. Per il ministro serve una classe dirigente “che dica alla Commissione, e l’Italia lo ha detto, che un accordo come quello di libero scambio con il Canada dopo tanti anni lo concludi solo a livello europeo e non lo porti davanti a tutti i parlamenti nazionali”. (Leggi qui che cosa ha detto Calenda)

L’Unione europea deve dare “risposte chiare, emozionali ai cittadini rispetto alle loro paure. Lo fa? No”. L’Unione europea deve dare “risposte pratiche e concrete, deve trasmettere la speranza”. Se non fa questo “diventa marginale” mentre invece “deve essere forte”. E sapere che “non è possibile tornare ai nazionalismi”, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

(c) Giuseppe Leanza. Riproduzione riservata

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