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Maria Elena Boschi alla prima audizione di Tria. Le foto

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Claudio Borghi
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Giovanni Tria
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Maria Elena Boschi
manovra fiscal compact
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Giovanni Tria
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Giovanni Tria
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Giovanni Tria
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Claudio Borghi
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Giovanni Tria e Claudio Borghi
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Giovanni Tria
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Tria e Borghi
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Giovanni Tria
manovra fiscal compact

Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Ancora una volta Giovanni Tria (nella foto) ha giocato a fare l’equilibrista tra falchi e colombe, riuscendoci perfettamente.

Non era facile per il ministro dell’Economia, alla sua prima audizione parlamentare presso le commissioni Bilancio riunite, presenti anche gli ex ministri Piercarlo Padoan e Maria Elena Boschi, riuscire ad accontentare tutti. Chi vuole un’Italia libera dai parametri finanziari europei e chi invece è per il rispetto delle regole. Ma forse, anche stavolta, la formula vincente è stata proprio quella sfoderata in occasione dell’esordio di Tria all’Econfin, lo scorso 21 giugno. Tanto realismo, poco spazio all’immaginazione ma non per questo zero buoni propositi per un approccio diverso al problema debito/deficit pubblico, che comunque deve rimanere sotto controllo. E soprattutto uno stop deciso ai fautori, Ue in testa, della manovra correttiva da 5-9 miliardi.

Tria ha preso subito la questione per quello che era, mandando un messaggio dalla duplice lettura a Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Si può crescere, si deve crescere, purché il prezzo del biglietto sia alla portata del Paese. Il professore di Tor Vergata, non è un mistero, è nei fatti l’anello di congiunzione tra Roma e Bruxelles, complice la stima e la fiducia che quest’ultima, e l’ultimo Ecofin ne ha dato prova, nutre verso lo stesso Tria.

Punto primo, la crescita non si discute, nella maniera più categorica. Ma a un patto. Che il Paese e le sue scelte di politica economica camminino sulle sue gambe. “Il primo obiettivo dell’intero governo è il perseguimento prioritario della crescita dell’economia in un quadro di coesione sociale all’interno di una politica di bilancio” che prevede la “continuazione della riduzione del rapporto debito Pil. Inoltre, continueremo a muoverci in una direzione per cui non vi sarà peggioramento del saldo strutturale”. I conti insomma, non verranno scardinati nel nome di una crescita cieca e senza strategia. Tutto si potrà, dovrà, fare solo ed esclusivamente se ci saranno le condizioni.

(Foto Imagoeconomica – riproduzione riservata)

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