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Gianluca Zapponini About Gianluca Zapponini

Gianluca Zapponini, romano dal 1985, giornalista professionista dal 2016, papà di una bimba e gran goloso di notizie. Nel 2010 fresco di laurea di Scienze Politiche sono approdato a Milano Finanza, per restarci oltre 4 anni. Quotate, mattone, giochi, una spruzzata di politica ma soprattutto tanta tanta finanza pubblica. Poi il passaggio dalla carta stampata all'agenzia finanziaria MF-DowJones e infine l'arrivo a Formiche.net.

Competenze e investimenti, la doppia sveglia di Federmanager al governo

Dal Parco della Musica i dirigenti italiani tornano a chiedere all’esecutivo un’accelerazione su investimenti e formazione, elementi senza i quali non ci si potrà rendere immuni alle nuove e future crisi, a cominciare dagli effetti collaterali delle due guerre alle porte dell’Europa. Pronta la risposta della politica, che fa sue le proposte del presidente Stefano Cuzzilla

Il Dragone contro lo zio Sam. Chi vincerà la sfida del Pil

Un sondaggio di Foreign Affairs tra alcuni economisti ed esperti di calibro internazionale, sembra propendere per un possibile, futuro, sorpasso. Ma la verità di questi anni è che Pechino cresce poco e in modo disordinato. E non è solo colpa del debito

Tra manovra e debito. La (vera) sfida italiana secondo Giorgetti

Dall’attesa audizione del ministro dell’Economia davanti a Camera e Senato, preceduta dalle valutazioni dell’Upb, emergono alcune indicazioni e una certezza. La crescita potrebbe essere meno tonica di quanto previsto. Confindustria si sbaglia sul sostegno alle aziende, semmai il prossimo anno bisognerà lavorare seriamente al debito, e due occhi puntati sulla spesa per interessi non basteranno

La manovra passa l'esame delle imprese, ma non a pieni voti

In attesa di Moody’s e dell’Europa, gli industriali appoggiano le scelte del governo, anche se sulla crescita si poteva fare di meglio. Il salario minimo non è la soluzione, se si vogliono fare vere riforme serve una ristrutturazione della spesa pubblica. Plastic e sugar tax andavano cancellate

Mosca non si fida nemmeno delle sue banche. Report Cepa

Per impedire la circolazione e la diffusione di informazioni finanziarie potenzialmente sgradite alla censura, il governo ha imposto agli istituti una lista di operatori di rete ritenuti sicuri e affidabili. E lo stesso vale per correntisti e clienti

Janet Yellen

Bastone e carota. Così Yellen ammonisce la Cina

Il giorno dopo aver auspicato una distensione nelle relazioni con il Dragone, da San Francisco il segretario al Tesoro torna ad accusare le aziende cinesi di sostenere lo sforzo bellico russo in Ucraina. Ora palla a Biden e Xi

Dove (e come) il governo ha sbagliato i suoi calcoli. Parla La Malfa

Nessuno mette in dubbio che le due finanziarie targate Fratelli d’Italia siano state guidate dalla massima cautela. Ma a forza di mantenere i patti presi con il proprio elettorato, l’esecutivo ha manomesso parte dei conti e questo avrà un prezzo. I mercati oggi hanno altro a cui pensare, ma non è detto che si scordino dell’Italia. Intervista con l’economista, anima del Partito repubblicano ed ex ministro del Bilancio

Cina e Stati Uniti ci riprovano. La tela di Janet Yellen via San Francisco

Da San Francisco, dove il segretario al Tesoro americano ha incontrato il vicepremier del Dragone, He Lifeng in vista del faccia a faccia tra Joe Biden e Xi Jinping, arrivano messaggi di distensione. D’altronde, anche Pechino sa di non poter camminare a lungo sulle sue gambe

Leonardo, sprint di ricavi e ordini nei nove mesi

Piazza Monte Grappa chiude il periodo tra gennaio e settembre con un fatturato di 10,2 miliardi, in crescita del 4,8% e ordini a quota 13,3 miliardi. Merito del business dell’elettronica, che si dimostra tonico e del buon andamento del ramo elicotteristico. Cingolani, azienda solida, ora lavoriamo al piano industriale

La Germania apre, ora l'Europa vede il nuovo Patto di stabilità

Dall’Ecofin arrivano i primi segnali di cedimento della Germania, consapevole che un ritorno alle vecchie regole non conviene a nessuno, specialmente a chi, come Berlino, è in recessione. Ma per l’intesa finale bisognerà attendere l’appuntamento di dicembre. Che sarà l’ultimo
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