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I sindacati hanno sconfitto anche i russi?

L’annuncio della fuga a gambe levate dei russi di Aereoflot dalla gara per la privatizzazione di Alitalia è di ieri. Nelle note ufficiali la compagnia aerea imputa la sua scelta principalmente alla mancanza di informazioni o alla scarsa chiarezza di quelle fornite, accusa questa formulata anche dal patrono di Air One Carlo Toto.

L’imprenditore di Chieti resta di fatto l’unico in gara dopo il ritiro di Aereoflot, se si esclude il fondo americano di private equity Matlin Patterson, che è come se non ci fosse.

È intervenuta anche la Consob, che ha chiesto al Tesoro di commentare le accuse di Aereoflot e di relazionare sul proseguo della gara.

Sorge però il dubbio che il vero ostacolo, considerato da Aereoflot insormontabile, e che sta alla base della scelta di abbandonare la gara, sia l’incognita dei sindacati.

Incognita che sbarra la strada anche a Carlo Toto. L’imprenditore, secondo molti gradito a larghi settori dell’attuale governo di centrosinistra, e che ha già assunto il piglio deciso di chi si sente ad un passo dal traguardo, ha annunciato un piano che prevede circa 2000 licenziamenti, concentrati nel 2008, e che non prende affatto in considerazione il settore tecnico di alitalia (Az Servizi), che con 10.000 lavoratori è per le sigle sindacali una discriminante.

E alcuni osservatori hanno fatto notare che anche la fuga di Texac Pacific Group era stata dettata dalla difficoltà a trattare con i sindacati italiani.

Di fronte ai quali, sembra insegnare l’esperienza di Alitalia, si salvi chi può.

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