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L’Agenda Squinzi esclude solo Grillo

Il 2013 sarà un anno “difficile e impegnativo”. Per riprendere la strada della crescita “dovremo affrontare e vincere, lottando, sfide importanti”. E’ quanto sottolinea il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in un intervento pubblicato dal quotidiano Il Sole 24 Ore diretto da Roberto Napoletano.

“La crisi – sostiene – deve trasformarsi nell’opportunità di fare dell’Italia un paese diverso, con una visione chiara e condivisa di un futuro di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, soprattutto per i giovani. Serve uno scatto d’orgoglio che recuperi la tensione ideale, lo spirito costruttivo e le ragioni del fare che hanno segnato l’Italia del secondo dopoguerra. Una stagione nella quale una politica con la P maiuscola, cultura, iniziativa imprenditoriale e capacità esecutive si sommarono per liberare le energie vitali del Paese”. L’esigenza di una politica con la P maiuscola era stata sottolineata alcuni giorni fa anche dal direttore del Sole 24 Ore in un corsivo di prima pagina rimarcato da Formiche.net.

Le prossime elezioni, afferma Squinzi, saranno un “banco di prova decisivo”. Secondo il leader degli imprenditori è “fondamentale non cedere alle tentazioni dell’antipolitica”. Alcuni osservatori hanno interpretato questo passaggio con un chiaro no a tentazioni anti politiche come quelle del Movimento 5 Stelle capitanato da Beppe Grillo.

“La società deve tornare ad avere fiducia nello Stato e nei suoi rappresentanti – aggiunge Squinzi – Per questo ci aspettiamo che chi andrà a ricoprire cariche pubbliche, svolga il proprio ruolo con impegno, dedizione e onestà. Dalle istituzioni ci aspettiamo il buon esempio, ma anche le forze sociali sono chiamate a partecipare e contribuire al cambiamento e al rilancio dell’Italia”.

Il numero uno di viale dell’Astronomia poi conclude: “Chi governerà il nostro paese avrà il dovere di affrontare questi nodi e porre le basi per consentirci di competere ad armi pari sui mercati globali. Senza questa capacità competitiva il destino è di un graduale impoverimento e la fuoriuscita dal novero delle grandi potenze economiche. Per questo è imprescindibile rimettere l’industria al centro dell’agenda del paese. Da questa crisi dovrà uscire un paese nuovo, nel quale la pubblica amministrazione non dreni risorse ai cittadini e alle imprese per nutrire apparati abnormi e, spesso, irresponsabili e inefficienti”.

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