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Cattolici, andate a votare. L’appello all’unisono di Bagnasco e Bertone

Il libro presentato è di Bagnasco, ma è Bertone a prendere la scena. L’appuntamento, del resto, è all’auditorium di via della Conciliazione, a pochi passi dal Vaticano (guarda la photo-gallery a cura di Umberto Pizzi). L’occasione è la presentazione del libro “La porta scelta” che raccoglie le “prolusioni” del primo mandato del presidente della Conferenza episcopale italiana. In sala assistono i ministri Renato Balduzzi e Lorenzo Ornaghi, il leader Udc Pier Ferdinando Casini con la centrista Paola Binetti e molti esponenti del Pdl (Sacconi, Roccella, Gasparri, Quagliariello, Di Virgilio). Del Pd non si vede nessuno. Sul palco, modera il giornalista Aldo Cazzullo e interviene un entusiastico Joseph H.H. Weiler della New York University School of Law. E, appunto, il cardinale segretario di Stato vaticano. Tra i due porporati la consonanza, almeno pubblica, è forte come non mai. E all’avvicinarsi delle elezioni, parlano all’unisono. Qualche giorno fa Bagnasco, in un’intervista a Famiglia cristiana, aveva battuto contro il disimpegno e l’astensionismo.
Probabilmente lo farà di nuovo lunedì, all’apertura del Consiglio episcopale permanente, il parlamentino della Cei. Ieri è stato Bertone ad esortare gli elettori ad andare a votare.

La forma “più concreta per cambiare o migliorare la società” è “la partecipazione al voto” col quale “esprimere il proprio discernimento che confermi l’affidabilità dei programmi e delle persone che li sostengono”, afferma il porporato. “Questa partecipazione resta in definitiva per tutti il segno concreto dell’assunzione di un impegno, senza disertare dalle proprie responsabilità”.

Il timore, nelle sacre stanze, è che prevalga un’antipolitica protestataria e inconcludente e l’astensione modifichi il ciclo naturale della democrazia in modi imprevedibili. Più di questo, poi, i vertici di Cei e Vaticano non vogliono dire. Già nelle settimane scorse, del resto, i cordiali auguri del Papa al premier Monti e un successivo articolo dell’Osservatore romano erano stati letti da molti come un endorsement della Santa Sede verso il Professore. Non tutti, tra i vescovi e nella Curia romana, hanno gradito. E se molti considerano conclusa l’era di collateralismo a Berlusconi promossa dal cardinale Ruini, cattolici doc sono comunque presenti in tutti gli schieramenti, o, almeno, sicuramente nelle liste Monti, nel Pdl e nel Pd.
All’avvicinarsi delle urne, allora, meglio evitare giudizi facilmente strumentalizzabili e concentrarsi sui contenuti dei programmi elettorali.

In questo “delicato frangente della vita nazionale” occorre “richiamare la perenne urgenza dei valori irrinunciabili fondati sulle istanze della ragione illuminata e potenziata dalla fede”, afferma Bertone, che cita, in particolare, il ruolo centrale della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. I cattolici, che sono presenti nelle liste elettorali di tutti i partiti e gli schieramenti devono “essere se stessi fino in fondo”, chiosa Bagnasco, tampinato dalle domande dei giornalisti su Berlusconi, Bersani e Monti. I temi etici sono il “fondamento” di tutte le altre questioni e su di essi i cattolici “devono portare il loro contributo chiaro, distinto e coraggioso”, perché i “problemi di ordine antropologico” sono il “ceppo vitale” dal quale prendono “linfa” gli altri problemi su cui la politica deve intervenire, come “il lavoro, la famiglia e la riforma dello Stato”. Con quale schieramento sta la Chiesa? “Quello dei valori fondamentali”.

La Chiesa, insomma, prende “posizione”, chiarisce Bertone, “per quanti si impegnano concretamente in vista dei veri interessi della comunità e dell’essere umano, nell’integralità dei suoi diritti e dei suoi doveri, personali, familiari e sociali”. Nulla di più e nulla di meno. “Si può con piacere rilevare – chiarisce il braccio destro del Papa – che, tra il portone spalancato della distrazione e della latitanza, volto a raccogliere il plauso di chi si attende dai Pastori della Chiesa poco più di una rituale benedizione che anestetizzi le coscienze, e la porta dell’ingerenza miope, che mira ad acquisire qualche vantaggio immediato, cercando – afferma Bertone con quella che sembra una frecciata ad un passato ecclesiale non poi così remoto – di vincere tante piccole battaglie di Pirro, c’è la porta stretta di una responsabile presenza nella società e nella cultura italiana, che intende solo servire la verità e promuovere la collaborazione in uno spirito di ordinata concordia, che, nella fedeltà al Vangelo, si offre a tutti quale stimolo e proposta alta, quale terreno fertile di confronto e di dialogo rispettoso, senza sconti facili e senza zone franche dal giudizio e dal discernimento”.

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