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Famiglia Cristiana invoca la grande coalizione Bersani-Berlusconi-Monti

Ciò che Famiglia Cristiana si augura per il futuro del governo e del Paese lo scrive nero su bianco nell’editoriale del numero in edicola questa settimana: “Una coalizione Pd-Pdl-Scelta civica montiana fortemente maggioritaria in entrambe le Camere, in grado di consentire alla XVII legislatura di aprirsi come vuole la Costituzione”.

Speranza da Bruxelles, non da Roma
Nel commento firmato dall’editorialista Beppe Del Colle, ex caporedattore del settimanale dei Paolini, si prospetta che questa soluzione potrebbe essere paradossalmente legittimata a Bruxelles. Oggi infatti il premier uscente Mario Monti incontrerà i suoi colleghi capi di Stato al Consiglio d’Europa e si legge sul settimanale, “quanto si deciderà (o non si deciderà) a Bruxelles potrebbe condizionare le decisioni importanti che il Parlamento appena eletto sta per prendere. Aspettiamo paradossalmente Bruxelles, perché da lassù possiamo ricevere un allarme, o una condizione irrinunciabile, o magari una speranza, perché da Roma per il momento non c’è da attendersi nulla”.

Senza Grillo e Berlusconi… è meglio
A favorire l’ipotesi auspicata da Famiglia Cristiana potrebbe essere l’uscita di scena di due leader, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. Il leader del M5S ha infatti annunciato che in caso di fiducia da parte dei suoi eletti a un governo Bersani lascerà il movimento. Proprio questo scenario, spiega De Colle, “sarebbe una soluzione che potrebbe consentire al Paese di tirare un primo sospiro di sollievo e di uscire dall’incubo di nuove elezioni entro giugno”. Per il Pdl è invece consigliabile il ritiro del suo storico capo, “con tutto il rispetto che si deve a una persona che sta vivendo una condizione umana difficile tra una malattia agli occhi, un’età (76 anni) che non consente a nessuno troppe attività importanti per sé e per il bene comune di una collettività nazionale”, e darsi una dirigenza almeno temporanea autonoma.
Ma bisogna fare presto, “prima che la crisi economica mandi definitivamente il Paese a catafascio”, conclude l’articolo.

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