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Il borghese Corriere della Sera insegue il Fatto Quotidiano nella lotta alla Casta

Le Commissioni parlamentari? “Una scientifica suddivisione di poltrone e poltroncine fra generali e marescialli”.
La frase non è tratta da un editoriale del Fatto Quotidiano, il giornale di Antonio Padellaro che vede tra le sue firme Marco Travaglio, alfiere della lotta ai privilegi dell’intoccabile Casta politica.
E non è nemmeno presa dalla Repubblica di Ezio Mauro, forse meno livorosa del Fatto nelle sue analisi, eppure abile a interpretare sentimenti e spinte popolari.

A voler indovinare, si farebbe fatica a capire che si tratta di righe “rubate” al Corriere della Sera, il giornale per eccellenza della borghesia italiana, di casa a Milano, in quella via Solferino che un tempo era sinonimo di equilibrio, moderazione e serietà.

Già, serietà, perché malgrado il pezzo dell’inviato Sergio Rizzo parli di una realtà che pure esiste, il modo in cui lo fa non può essere considerato secondario.

Rizzo a onor del vero è stato uno dei primi giornalisti a occuparsi delle spese fuori controllo dello Stato con il suo libro “La Casta”, scritto a quattro mani con Gian Antonio Stella; una campagna editoriale, secondo l’ex vicedirettore del Corriere, Massimo Mucchetti, ora parlamentare Pd, fu aizzata e orchestrata per fini “montezemoliani” dall’ex direttore del quotidiano, Paolo Mieli.
Ed è altrettanto evidente che da Tangentopoli in poi, la stampa italiana ha sposato senza se e senza ma una linea editoriale precisa: sbattere il “mostro”, politico se possibile, in prima pagina.

Non possono però non saltare all’occhio le miriadi di contraddizioni e riflessioni che una deriva giustizialista e antiestablishment del Corriere della Sera può indurre.

Dopo anni di onesto e rigoroso allineamento agli interessi dei tanti proprietari che ne compongono l’assetto societario, il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli stupisce con toni anti Casta che ne snaturano forse l’essenza.

È presto per giudicare se questa linea sia diventata di fatto quella del Corriere, da tempo in difficoltà economiche e forse all’inseguimento di maggiori vendite, oppure se semplicemente si tratti di un posizionamento strategico o, cosa ancora più improbabile, politico, come quello realizzato in passato per preparare il terreno alla mai avvenuta discesa in campo di uno dei soci di punta del gruppo Rizzoli-Rcs, Luca Cordero di Montezemolo.

Una curiosità rimane: cosa ne penserà il celebre azionariato del Corriere, di certo non proprio un gruppo di astiosi “grillini”, di questa presa di posizione?

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