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Edilizia, ecco la ricetta Aitec per uscire dalla crisi

Non solo acciaio e manifattura. A soffrire la crisi economica italiana è anche il settore edilizio, con tutta la sua filiera.
La congiuntura negativa ha avuto impatto sull’industria del cemento più che su qualunque altro comparto: nel 2012 il decremento della produzione è stato di oltre un quinto ed ha portato così a dimezzare complessivamente i volumi nell’arco degli ultimi sette anni, in linea con l’andamento fortemente negativo del comparto delle costruzioni.

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI
La filiera del cemento e del calcestruzzo, a fronte di questo scenario, lancia alle istituzioni un appello per l’adozione di politiche industriali strutturali in grado di far ripartire gli investimenti in edilizia e infrastrutture. Un quadro di sintesi emerso a Roma all’Assemblea pubblica annuale di Aitec, l’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento, che ha messo a confronto mondo dell’imprenditoria, istituzioni ed esperti settoriali.

COME USCIRE DALLA CRISI
La proposta dell’associazione di categoria è di concentrare gli interventi sulle aree industriali dismesse e sui quartieri residenziali caratterizzati da una scarsa qualità architettonica e inadeguati rispetto alle attuali normative sismiche, idrogeologiche e di risparmio energetico.

I DATI NEGATIVI
Dai dati della Relazione annuale di Aitec emerge che nel 2012 la produzione di cemento in Italia si è ridotta drasticamente, con un calo pari al 20,8% rispetto al 2011, attestandosi a 26,2 milioni di tonnellate. Anche i consumi di cemento hanno registrato una riduzione del 22,1% nell’anno, arrivando a perdere il 45% circa rispetto al massimo raggiunto nel 2006.

LE PROSPETTIVE DEL SETTORE
Le prospettive per il 2013 rimangono critiche, con l’attesa di un ulteriore forte calo dei consumi intorno al 20-25%, dopo che nel primo trimestre 2013 si è già registrato un decremento del 22,4%, e con una situazione di capacità produttiva in eccesso al momento stimata al 40-50%.
Nell’Europa dei 27, dove il calo di domanda e produzione si è attestato intorno al 19%, la Germania mantiene il ruolo di primo produttore, con l’Italia che si conferma al secondo posto. Tra i Paesi più importanti, proprio la Germania e la Francia sono riuscite a contenere più di altri la crisi, con un calo della produzione pari rispettivamente al 3,6% e al 7,3%.

L’OPINIONE DEI PRODUTTORI
Per il presidente di Aitec, Alvise Zillo Monte Xillo, “il rilancio di edilizia e infrastrutture rappresenterebbe un’opportunità di sviluppo per l’intero Paese, con effetti moltiplicativi su occupazione ed investimenti. Non è più rinviabile la decisione di avviare un piano di riqualificazione urbana, ispirato all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, in linea con quanto fatto nel resto d’Europa – ha proseguito Zillo – e che possa mettere al centro dell’attenzione il recupero di un patrimonio edilizio italiano, uno dei più vetusti in assoluto”.

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