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Consigli poco socialisti del Fmi per il socialista Hollande

Da pochi mesi è la new entry delle economie continentali messe sotto osservazione. Ragion per cui la Francia e in modo particolare il timoniere François Hollande hanno subito un’analisi particolareggiata dal Fondo Monetario Internazionale, preoccupato di dare numeri e trend all’Europa investita dall’eurocrisi. È stato pubblicato il rapporto del FMI sulla Francia: la nuova diagnostica di Washington conferma le precedenti previsioni dello scorso 9 luglio. Il PIL francese scenderà del 0,2% nel 2013 e potrebbe aumentare di un ulteriore 0,8% nel 2014. Allo stesso modo, il disavanzo è al 3,9% e sarà 3,5% rispettivamente nei due anni a venire. Il report conferma che “l’economia è in ripresa”, tuttavia è improbabile che “la curva della disoccupazione possa virare prima della fine del 2013”. E prescrive i compiti a casa per Hollande.

Il paper da Washington

Gli esperti di Washington sottolineano che le cifre da prendere in considerazione sono il tasso di disoccupazione, secondo la definizione internazionale dell’OIL, ossia la percentuale della forza lavoro in cerca di occupazione e non il numero dei disoccupati registrati al centro per l’impiego. Tuttavia, secondo i dati ufficiali, il tasso di disoccupazione francese è stato del 10,2% nel 2012 e dovrebbe raggiungere in media l’11,2% quest’anno e l’11,6% nel 2014, prima di scendere al 11,4% nel 2015 . Al di là di questo limite, il FMI è severo quando certifica che “la fiducia e la competitività sono le chiavi per una ripresa della crescita in Francia”. Considerato il basso tasso di investimento, le potenziali prospettive di crescita relative alla capacità produttiva rimangono molto basse: solo il 0,9% per l’intera economia e dello 0,4% per ogni francese a causa dei cambiamenti demografici della popolazione (quantificati nello 0,5% all’anno).

I compiti a casa per Hollande

Il FMI prescrive all’inquilino dell’Eliseo i compiti per le vacanze, ovvero un pacchetto di direttive messe a punto dal team di esperti ed economisti. Le prospettive di crescita nel medio periodo richiedono riforme fondamentali che il FMI racchiude in quattro capitoli: la riduzione dei contributi sui salari, una maggiore flessibilità per regolare salari e personale, il miglioramento della formazione professionale, la semplificazione dei regolamenti amministrativi. Il mantra per Parigi è “la stabilizzazione della politica fiscale che sarà cruciale per i destini economici”. Per cui gli esperti del FMI chiedono al governo socialista di rafforzare le riforme attuate su due direttrici: da un lato si riconosce che il consolidamento fiscale è significativo e rappresenta una forza pari al 1,8% del PIL nel 2013. Ma si stima che fino al “90%”, questo consolidamento si è concentrato solo su aumenti delle entrate, e non invece tagli di spesa. Come ha dichiarato Edward Gardner, capo delegazione della missione del FMI in Francia, “la stabilizzazione della politica fiscale sarà essenziale per un ritorno di fiducia: si tratta di una previsione secondo cui l’aggiustamento fiscale sarà in futuro sulla spesa e non sulle imposte. Ciò sarà particolarmente importante per le aziende”.

I voti a Parigi

Nel corso delle discussioni circa i parametri individuati dal FMI, sono state convalidate tutte le relazioni annuali nazionali, da cui però ha inteso prendere le distanze su alcuni punti. In primis il salario minimo, su cui il Fondo parla di “un congelamento parziale o temporaneo per facilitare l’ingresso dei giovani sul mercato e meno manodopera qualificata”. In merito il rappresentante francese presso il FMI, Hervé de Villeroché, ha detto ufficialmente di non essere “del tutto d’accordo.” Allo stesso modo contesta “l’incertezza che circonda l’azione del governo francese”.

Fronte pensioni

Per quanto riguarda le pensioni il FMI ha indicato la rosa delle impostazioni: il livello delle pensioni, l’età, la durata dei contributi e il peso dei contributi. Secondo Gardner sarebbe meglio giocare sulla lunghezza dei contributi o sull’età legale.

twitter@FDepalo

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