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Ecco come i droni Usa sorveglieranno la Corea del Nord

Dal prossimo anno i droni statunitensi potranno essere dispiegati in Giappone per operazioni di sorveglianza. L’obiettivo principale del controllo sarà la Corea del Nord.

La presenza di aerei comandati a distanza sui cieli dell’Asia nordorientale è considerato tuttavia un ipotetico nuovo punto di frizione con la Cina, che già guarda con irritazione al riposizionamento strategico e militare di Washington nella regione.

Il tutto nell’ambito delle strategie asiatiche della Casa Bianca, che proprio in questi giorni hanno subito una battuta d’arresto con l’annullamento della partecipazione di Obama al vertice Apec di Bali in Indonesia e all’East Asia summit in Brunei, conseguenza dello stallo nelle attività del governo per il mancato accordo sul bilancio.

Due o tre modelli di Global Hawk partiranno per missioni a lungo raggio da una non meglio precisata base nell’arcipelago nipponico, si è appreso durante la visita in Giappone del Segretario di Stato Jonhn Kerry e del suo collega alla Difesa, Chuck Hagel.

L’aviazione Usa, spiega il Washington Post, schiera già i Global Hawk nella base di Andersen a Guam, nei mesi scorsi bersaglio delle minacce nordcoreane e nel raggio dei missili a lunga gittata del regime di Pyongyang.

I droni saranno inoltre per Washington e Tokyo un occhio sulle attività navali cinesi attorno alle isole Senkaku, chiamate Diaoyu a Pechino, al centro di una disputa territoriale che nell’ultimo anno ha segnato i rapporti tra la seconda e la terza economia al mondo. Lo stesso potrebbe ripetersi attorno ad altre isole e tratti di mare rivendicati dalla Cina e contesi in particolare con Filippine e Vietnam.

I velivoli statunitensi comandati a distanza hanno già volato nei cieli giapponesi in diverse occasioni, come nel caso del terremoto e dello tsunami del marzo 2011, ma, scrive il WP, questa sarà la prima volta in cui partiranno da basi in territorio giapponese. Oltre ai Global Hawk, saranno schierati in Giappone gli aerei per il pattugliamento marittimo P-8.

La presenza di velivoli comandati a distanza nella contesa tra Tokyo e Pechino non è una novità assoluta. All’inizio di settembre un drone di sorveglianza, questa volta cinese, sorvolò lo spazio aereo conteso delle Senkaku-Diaoyu spingendo gli analisti a interrogarsi sul ruolo che questi mezzi potranno avere nella contesa e nel rischio di un degenerare delle tensioni.

La visita in Giappone dei titolari della Difesa e degli Esteri statunitensi, riporta il Christian Science Monitor, è servita anche per discutere del contributo finanziario di Tokyo al ricollocamento dei marine di stanza a Okinawa a Guam e in altre basi. Il Giappone metterà a disposizione 3,1 miliardi di dollari.

Le parti hanno inoltre trovato l’accordo per posizionare un nuovo sistema radar, ufficialmente a difesa contro le minacce nordcoreane, ma che come nel caso di un sistema simile annunciato il mese scorso, rischia di essere visto come uno strumento in chiave anti-cinese e non semplicemente per monitorare le attività di Pyongyang.

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