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Dieci anni di Facebook. Numeri e previsioni

Il 4 febbraio prossimo Facebook spegnerà le sue prime dieci candeline. Ogni mese visitano il social network più popolato al mondo 1,2 miliardi di utenti. Provengono l’Asia (351 milioni), l’Europa (276 milioni), gli USA e il Canada (199 milioni). Irraggiungibile per gli altri social che si tengono a dovuta distanza, come mostra l’infografica elaborata dall’esperto di social media Vincenzo Cosenza.

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L’ESPANSIONE IN ITALIA
Gli italiani amano sempre più consultarlo in mobilità, si distribuiscono equamente tra uomini e donne (rispettivamente al 52% e al 46%), ma hanno sempre più capelli bianchi.
Secondo lo studio realizzato da Cosenza oggi gli italiani che visitano Facebook almeno una volta al mese sono 26 milioni. Quelli che lo fanno almeno una volta al giorno sono 17 milioni. Gli utenti mensili da mobile sono invece 16 milioni, mentre quelli giornalieri 10 milioni.
Colonizzato agli esordi dai 19-24enni, ad aumentare oggi su Facebook sono soprattutto gli italiani ultra 56enni, che crescono al ritmo di un 40% all’anno. La fascia di età più rappresentata sul social è invece quella compresa tra 36-45 anni, che ora rappresenta il 21% ossia 5,4 milioni di individui.
In calo invece di anno in anno la fascia dei 13-18enni. Una perdita di 350.000 unità che Cosenza attribuisce a una difficoltà di stare al passo con le esigenze dei più giovani proiettati maggiormente verso nuove piattaforme di Instant Messaging come Whatsapp, servizio più rapido e più privato.

DRASTICHE PREVISIONI PER IL 2017
Mentre i giovani trascurano la piattaforma social per esplorare nuovi luoghi sociali qualcuno ipotizza una sua morte repentina. Due dottorandi dell’Università di Princeton usando gli strumenti dell’epidemiologia per analizzare le tendenze di crescita dei social network, hanno definito Facebook un “virus” destinato ad estinguersi. Nel loro articolo John Cannarella e Joshua Spechler si sono spinti a ipotizzare che l’80% degli utenti di Fb guarirà dal virus e abbandonerà la creatura di Zuckerberg tra il 2015 e il 2017. Studio smentito con ironia dallo stesso fondatore il quale ha dichiarato: “Applicando lo stesso principio anche il prestigioso ateneo si svuoterà nello stesso lasso di tempo”.

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