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Le novità nella televendita di Renzi

“Allora, in sintesi: questa è la politica economica più di sinistra mai fatta in Italia”. Così la cronista sindacale di lungo corso, Nunzia Penelope, ora saggista e opinionista, ha commentato su Twitter la televendita di Matteo Renzi; pardon, la conferenza stampa del premier dopo le misure approvate o solo discusse in consiglio dei ministri.

Renzi l’aveva detto e l’ha fatto: voglio dare un taglio fiscale a lavoratori dipendenti (gli autonomi possono attendere) e alle imprese. Detto, fatto: buste paga più leggere di circa 80 euro al mese da maggio per chi ha uno stipendio minore di 1500 euro netti da lavoro dipendente. Il costo sarà di 10 milioni di euro. Le coperture non sembrano solidissime: alcune sembrano un artificio, altre non appaiono strutturali.

Si vedrà. Il tutto è ammantato da un obiettivo politico – esplicitato serenamente in un’intervista al quotidiano il Sole 24 Ore – non propriamente da statisti: regalare uno sconticino fiscale a ridosso delle elezioni europee di maggio; magari qualche consenso in più del previsto può arrivare per il Pd e per qualche altra forza che sostiene il governo.

Poi, contraddicendo quanto aveva detto al Sole 24 Ore nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che preferiva o un taglio Irpef o un taglio Irap, nelle misure fiscali in vigore da maggio – ha annunciato Renzi – ci sarà anche una riduzione del 10% dell’Irap, per un valore di circa 2,3-2,5 miliardi di euro; un mix auspicato da Angelino Alfano a nome del Nuovo Centrodestra proprio dopo le parole di Padoan al quotidiano di Confindustria. Dietro la riduzione tributaria per le imprese, spunta però una tassa: un aumento dell’imposizione sulle rendite finanziarie, dal 20 per cento al 26 per cento, di fatto allineando così l’aliquota alla media dei Paesi europei. Non saranno toccati, comunque, i titoli di Stato.

La strategia è comunque chiara, anche per chi non la condivide: più tasse sulle rendite e meno sul lavoro e le imprese. Si potranno discutere il reale impatto, l’effettiva scossa, le coperture finanziarie. E si potrà ironizzare sullo stile da televendita con approcci vagamente berlusconiani (che forse non avrebbe citato Giorgio La Pira ma sicuramente ha sempre puntato il dito contro i gufi, come ha fatto Renzi in conferenza stampa). Ma col piglio da leader, oltre che da Mago Matteo, ha pure indicato un obiettivo imprescindibile: se fallirò nel superare il bicameralismo perfetto – ha scandito il premier – allora avrò fallito io.

Le sfide, dunque, continuano. Peccato, come abbiamo notato, per come il premier stia utilizzando la luna di miele politica e gli alti indici di popolarità: sarebbe stata più opportuna qualche misura più tosta e impopolare su liberalizzazioni dei servizi e abbattimento del debito pubblico – anche se lo sblocco definitivo (sarà davvero definitivo stavolta?) dei debiti della pubblicazione è tutt’altro che secondario – piuttosto che elargire qualche mancia fiscale ed elettoralistica. Ma niente gufate, per carità.

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