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Appunti per il Centrodestra post-Berlusconi

Pensare per governare. Appunti per una destra globale di Lorenzo Castellani e Santo Primavera una volta lo si sarebbe definito un saggio programmatico o una specie di manifesto politico-culturale. Si parte dall’analisi dei problemi, con l’idea di proporre delle soluzioni ragionevole e pragmatiche. Un approccio elementare, ma rivoluzionario nel contesto odierno. Se il populismo ha fatto registrare in Italia un successo trasversale – nel senso che ha trovato espressioni molto potenti a destra (Berlusconi), a sinistra (Renzi) e al centro (Grillo) – il modo migliore per superarlo non consiste nel denunciarlo alla stregua di uno spauracchio, ma nel proporre una visione della politica che ne rappresenti l’antitesi sul piano dei valori ma soprattutto del metodo.

Il populismo è manicheo nei giudizi, primitivo nelle sue formulazioni e ricette, nonché polemico, strumentale e aggressivo sul piano del linguaggio. Per combatterlo – come si propongono di fare i due autori – bisogna allora evitare lo spirito settario e partigiano quando ci si confronta con gli avversari, si debbono proporre soluzioni ai problemi che siano ragionate e frutto di attente analisi, si deve infine ricorrere a uno stile e a un linguaggio che nulla abbiano a che fare con la manipolazione e la propaganda.

In sintesi si tratta di immaginare, dal punto di vista di Castellani e Primavera, una destra liberale, pragmatica e riformista quale in Italia sinora non si è mai riusciti non tanto a costruire sul piano intellettuale, quanto a tradurre sul piano pratico e politico-progettuale. Il loro volume è esattamente questo: il programma d’azione e il ricettario di una simile destra, alle prese non con astratte dispute sulle questioni di valore o cosiddette identitarie, ma con le ricette da dare ai cittadini in materia di riforme istituzionali, di Europa, di politica estera, di politica industriale, di scuola e formazione, di giustizia, di innovazione tecnologica, e via elencando.

I lettori potranno singolarmente giudicare la fondatezza delle molte proposte avanzate dagli autori. Ma non si può non apprezzare il loro metodo, che è anche un modo di intendere la politica e l’impegno pubblico, che si spera possa essere apprezzato soprattutto da coloro che in questi anni hanno preteso di rappresentare l’area politico-culturale del centrodestra agli occhi dei cittadini. Un’area a lungo dominata da Silvio Berlusconi grazie a una accorta politica di alleanze e oggi – con la crisi del berlusconismo – attraversata da profonde e crescenti divisioni interne, i cui esponenti avrebbero da ricavare non pochi stimoli e suggestioni dalla lettura di questo saggio. Ma perché ciò accada dovrebbero prima rinunciare a quelle forme di “pensiero breve” attraverso le quali hanno preteso – fallendo, non a caso – di governare l’Italia. Ne saranno capaci?

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