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Ucraina, la guerra del gas dietro il passo indietro del premier Yatsenyuk?

In Ucraina le dimissioni del premier Arsenij Yatsenyuk, che era considerato una delle figure chiave delle nuove autorità di Kiev e godeva del sostegno quasi incondizionato da parte dell’Occidente, ha provocato una crisi politica acuta. L’alleanza tra il premier e il presidente Pietro Poroshenko a questo punto si è irreversibilmente incrinata. Secondo alcuni analisti di Kiev l’iniziativa di Mr. Yatsenyuk significa che è ancora il gas la causa dell’instabilita’ politica nel Paese. Elezioni fra trenta giorni?

PASSO INDIETRO
L’iniziativa potrebbe essere letta come la volontà dello stesso ex premier di essere l’antagonista a Poroshenko. Secondo alcuni analisti con questa mossa avrebbe colpito l’unità del paese in un momento cruciale, con la crisi russa tutt’altro che risolta. Un’altra scuola di pensiero valuta il passo indietro del premier come un attacco diretto al presidente Poroshenko con alle porte il crollo della maggioranza parlamentare.

SCENARI
L’analista Dmitry Ponamarchuk dalle colonne del quotidiano russo Kommersant osserva che non c’è da essere sorpresi se alle prossime elezioni Yatsenyuk sarà a capo della lista del partito “Solidarietà“, fondata dallo stesso Petro Poroshenko. Ma le dimissioni di Yatsenyuk potrebbero essere riferite non solo alla volontà politica di scalvalcare l’attuale presidente, bensì anche al fallimento dei piani per riformare il sistema di trasporto del gas ucraino (GTS).

GAS
I documenti relativi al nuovo piano sono stati presentati alla speciale commissione lo scorso giugno, con l’obiettivo di “preparare” l’economia ucraina al fine di ridurre gli acquisti di gas da “Gazprom”. Ma ieri il Parlamento ha votato contro. Uno degli emendamenti sosteneva l’introduzione di un “periodo speciale” per la cessazione o la limitazione delle forniture energetiche in Ucraina. Di contro lo Stato ha ottenuto la possibilità di intervenire nel lavoro delle società di distribuzione per interrompere il flusso di gas ai consumatori, fatta eccezione per le famiglie e per i produttori. Le imprese private quindi si sono impegnate a vendere il gas al fine di creare riserve, per cui il governo avrebbe il diritto di ritirare il loro gas dai depositi sotterranei.

CONSORZIO
Il secondo disegno di legge consente di far passare a Kiev il controllo del consorzio di gestione del sistema di trasporto del gas con le imprese americane ed europee (sul punto la teoria di un’Ucraina in attesa di mosse da arte di Bruxelles). Il punto principale è che tutti i negoziati con la “Gazprom” siano conclusi con l’intervento dei rappresentanti delle società estere. Se investitori statunitensi o europei dovessero partecipare alla modernizzazione della GTS, (stimata in 3/5 miliardi di dollari) ecco che potrebbe aprirsi un altro fronte di tensione, anche perché non pochi sono i consumatori industriali che temono uno stop della produzione a causa dell’interruzione delle forniture di gas. La stima delle potenziali perdite è di centinaia di milioni di dollari.

SHOCK POLITICO
Il passo indietro del premier rappresenta comunque un forte shock per la politica ucraina. La presidente della Verkhovna Rada Oleksandr Turchynov ha osservato che il Governo potrebbe decidere su un nuovo esecutivo ma dovrebbe prima dimettersi. “Unico responsabile è rimasto il presidente Poroshenko e ora non ha nessuno su cui addossare la colpa di quanto sta accadendo nel paese” ha osservato l’analista politico Konstantin Bondarenko. “Tutto ciò che sta accadendo nel paese mette in dubbio la possibilità che Poroshenko sia in grado di rimanere in carica per l’intero periodo di cinque anni”.

STRATEGIA
Secondo la legge ucraina dopo le dimissioni del premier dovrebbe essere il suo vice a reggere le sorti del Paese, ma l’attuale numero due, Vitaly Yarema, è stato recentemente nominato procuratore generale. L’ufficio è dotato di due vice primi ministri – l’ex sindaco di Vinnitsa Vladimir Groisman rappresentante del partito Impact e il membro del partito “Svoboda” Alexander Sich. Ieri sera, il ministro dell’Interno Arsen Avakov ha detto che pro tempore il nuovo premier sarà Mr. Groisman. Tuttavia, questa decisione non è ancora stata votata dal Parlamento (la Verkhovna Rada), dove saranno necessari almeno 226 voti favorevoli. L’opzione più verosimile al momento è che fra trenta giorni si andrà a votare.

twitter@FDepalo

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