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Ecco come la Russia minaccia (e seduce) l’Italia con le sanzioni

Settore agroalimentare e gas: ecco i punti forti che la Russia può giocare per portare dalla sua parte l’Italia, tra minacce velate e tentativi di seduzione. A parlare è l’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Sergey Razov, a colloquio con l’agenzia TmNews. La battaglia tra Occidente e Mosca a colpi di sanzioni “non è stata una scelta russa”, ha sottolineato l’ambasciatore, e per il settore agroalimentare italiano può significare perdite per centinaia e centinaia di milioni di euro in mancato export.

IL MESSAGGIO ALL’ITALIA

Ma la Russia lascia una porta aperta. E lancia un chiaro messaggio all’Italia: le misure di embargo sui prodotti da Ue, Usa e altri Paesi occidentali sono “per un periodo di tempo limitato e dipenderanno dalle ulteriori mosse dei partner, ha sottolineato il diplomatico russo. Auspicando che “l’Italia, come Paese alla presidenza dell’Ue, saprà contribuire in modo costruttivo al ridimensionamento delle tensioni e a trovare soluzioni di compromesso che possano andar bene per tutti”.

Questo vale per la crisi ucraina come per altri dossier sul tavolo dell’Europa e dei singoli Paesi dell’Unione, a cominciare dal progetto di gasdotto South Stream. “Contiamo che l’Italia, dove il governo ha più volte dichiarato di essere interessato a questo progetto, sosterrà in modo coerente la sua realizzazione”, ha affermato Razov.

LOTTA DI SANZIONI E CONTROSANZIONI

“Sulla scia degli eventi in Ucraina il clima nelle relazioni tra la Russia e i partner occidentali è notevolmente peggiorato – ha detto il diplomatico russo, a Roma dopo otto anni da ambasciatore in Cina – A diverse tappe, nei confronti della Russia sono state introdotte sanzioni: dapprima personali e ora anche settoriali, andando a interessare alcuni settori chiave della cooperazione a livello economico-finanzario. Noi abbiamo puntualmente messo in luce quanto questo tipo di azioni fosse controproducente. Per alcuni mesi abbiamo tenuto una posizione estremamente contenuta ed equilibrata, spiegando pazientemente ai partner che il regime di sanzioni non ha mai portato e mai porterà nulla di buono, che le sanzioni hanno carattere di reciprocità e come un boomerang possono colpire chi le lancia per primo”.

“Come conseguenza della escalation delle sanzioni occidentali, la Russia ha risposto con il divieto di importazione di una serie di prodotto agroalimentari. Non è stata una nostra scelta. Le decisioni della Russia sono una reazione, sono state introdotte per un periodo di tempo limitato e dipenderanno dalle ulteriori mosse dei partner”, ha osservato l’ambasciatore. “Abbiamo già più volte fatto notare che l’escalation nelle sanzioni contro la Russia da tempo ha perso qualsiasi collegamento di tipo causa-effetto con quello che accade in Ucraina o attorno alla crisi in corso – fa notare Sergey Razov – E queste misure vengono piuttosto usate da alcune forze in Occidente per contenere la Russia, a causa della sua politica indipendente. Ma è ingenuo pensare di rendere la Russia più malleabile tramite l’adozione di sanzioni economiche. Questa linea, contrariamente a quanto si spera, può invece portare al consolidamento delle strutture di potere, alla mobilitazione di ingenti risorse per lo sviluppo economico”.

TUTTI I RISCHI PER L’ITALIA

L’ambasciatore ha sottolineato tutti i rischi per l’Italia, il cui rapporto economico con la Russia ha fruttato l’anno scorso 54 miliardi di dollari. “L’Italia è il nostro quarto partner per volume di interscambio – ha continuato l’ambasciatore Razov – Penso che quest’anno il dato sull’interscambio sarà più basso, sia come risultato delle decisioni dell’Ue di varare sanzioni settoriali, sia per la nostra conseguente decisione di vietare l’importazione di una serie di prodotti agroalimentari. Le perdite degli operatori italiani del settore potranno essere a livello di svariate centinaia di milioni di euro”.

E poi un auspicio, dopo la velata minaccia di interruzione totale degli scambi agricoli: “Dall’Italia, tradizionalmente nostro partner prioritario, a cui ci legano decenni di collaborazione totale, su diversi piani, ci aspettiamo l’approccio equilibrato che da sempre la caratterizza, la comprensione dei motivi alla base delle nostre azioni, la fedeltà alla linea basata sul mantenimento del dialogo con la Russia e lo sviluppo della collaborazione, con reciproco beneficio. Noi partiamo dal principio che le nostre relazioni bilaterali non sono frutto di una congiuntura. Comprendere questo è doppiamente importante nei momenti più complicati per i rapporti internazionali”.

Non è secondario il ruolo rivestito dall’Italia in questo semestre Europeo. “Contiamo sul fatto che l’Italia, come Paese alla presidenza dell’Ue, saprà contribuire in modo costruttivo al ridimensionamento delle tensioni e a trovare soluzioni di compromesso che possano andar bene per tutti”, ha concluso l’ambasciatore.

LA CARTA DEL GAS: SOUTH STREAM NECESSARIO

Il South Stream è un percorso alternativo per il gas russo, necessario per evitare che si ripetesse l’interruzione del transito dall’Ucraina, del gas destinato all’Europa. “Già due volte è accaduto che venisse interrotto il transito del gas russo destinato all’Europa sul territorio dell’Ucraina, dove la scena politica interna è carica di rischi e sfide ben noti – ha sottolineato l’ambasciatore Razov – Per scongiurare in futuro la possibilità di un’interruzione delle forniture di gas, la Russia costruisce un tracciato alternativo: il South Stream.

Molti esperti concordano sul fatto che questo progetto più di tutti risponde alla necessità di sicurezza delle forniture dei Paesi dell’Europa meridionale, compresa l’Italia. Tra i partner stranieri del progetto, il gruppo Eni detiene la quota più grande, del 25%. Per l’autunno è in programma la posa del tratto marino della prima linea del gasdotto, che sarà realizzata dalla società italiana Saipem”. “Contiamo che il progetto verrà realizzato nei tempi pianificati, come avvenuto per i gasdotti sottomarini precedentemente costruiti in Turchia e Germania – ha continuato Razov – Ricorderete che anche in questi casi fu lanciata una campagna propagandistica, puntando il dito al gas come arma in mano a Mosca, ai tentativi del Cremlino di monopolizzare le forniture energetiche per l’Europa e così via. Alla fine però hanno vinto i produttori e le risorse per i consumatori. La cosa più importante è che queste forniture sono affidabili, di lungo termine e non in balia della congiuntura politica”.

“Tornando al South Stream – conclude il capo della missione diplomatica russa a Roma – c’è la base legale necessaria per la costruzione, ma purtroppo ci sono tentativi di ingerenza nelle competenze nazionali e negli interessi economici dei Paesi europei che partecipano al progetto. Naturalmente la realizzazione di questo progetto necessario per i Paesi dell’Europa non dipende solo dalla Russia. Contiamo che l’Italia, dove il governo ha più volte dichiarato di essere interessato a questo progetto, sosterrà in modo coerente la sua realizzazione”.

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