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Pensioni, tutti gli effetti del fisco

Negli ultimi anni si è verificato un progressivo impoverimento dei pensionati. Il processo è stato determinato dall’operare congiunto del meccanismo normativo di indicizzazione dei redditi pensionistici e dal prelievo fiscale, ed ha interessato sia le pensioni di importo medio-basso che quelle di importo medio-alto.

Il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in vigore dal 1992 ha garantito il potere di acquisto delle pensioni di importo più basso, tuttavia non ha impedito l’allargarsi delle situazioni di disagio sociale o di vera e propria povertà tra i pensionati. Nonostante la piena indicizzazione della loro pensione, i pensionati poveri hanno visto ridursi il loro potere di acquisto sia in riferimento alla soglia di povertà, che al paniere di acquisto
tipico delle famiglie più povere.

A questo si aggiunge l’effetto della politica fiscale sulle pensioni. In particolare, a partire dal 2009 le pensioni basse e medio-basse hanno registrato, al netto del prelievo fiscale, una perdita del potere di acquisto di oltre il quattro per cento. Una caduta del reddito reale da attribuire alla politica fiscale e in particolare al mancato recupero del drenaggio fiscale e all’aggravio delle addizionali regionali e comunali.

Ancora più penalizzate sono state le pensioni medio-alte per le quali si sommano gli del maggiore prelievo fiscale e della parziale indicizzazione.
Il meccanismo normativo di indicizzazione, infatti, ha garantito un recupero solo parziale dell’inflazione per le pensioni medie e alte. E l’erosione progressiva del loro valore reale sarà aggravata e accelerata dal meccanismo di indicizzazione introdotto dalla legge di stabilità per il 2014, che prevede una riduzione del grado di indicizzazione non per fasce di importo, ma per importi complessivi.

In definitiva, negli ultimi anni il meccanismo di indicizzazione delle pensioni non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto, e ha contribuito ad allargare le aree di disagio sociale e di povertà tra i pensionati. A ciò si è aggiunta una politica fiscale che negli ultimi anni non ha risparmiato i pensionati, né tanto meno i più poveri fra di loro, a causa del mancato recupero del drenaggio fiscale e dell’aggravio delle addizionali regionali e comunali. Tutto ciò pone l’esigenza di interventi che compensino gli andamenti passati e che proteggano preventivamente i più poveri e disagiati. In questa prospettiva, potrebbe essere rivista la composizione dell’indice dei prezzi sul quale il meccanismo di indicizzazione si basa, rendendolo più sensibile ai beni e i servizi più rilevanti per la spesa dei pensionati più poveri: beni alimentari ed energetici, servizi sanitari, di cura e di assistenza, spese di accesso al servizio sanitario nazionale.

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