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Papa Francesco e il comunismo, come nascono le polemiche

“Terra, tetto e lavoro. E’ strano, ma se parlo di questo per alcuni il Papa è comunista. Non si comprende che l’amore per i poveri è al centro del Vangelo. Terra, casa e lavoro, quello per cui voi lottate, sono diritti sacri. Esigere ciò non è affatto strano, è la dottrina sociale della Chiesa”. Francesco è tornato ieri a calcare uno dei tasti su cui più ha insistito fin dall’inizio del pontificato, la difesa degli ultimi e dei più poveri contro ogni forma di sfruttamento.

MOVIMENTI POPOLARI IN UDIENZA

Lo ha fatto ricevendo, nell’Aula vecchia del Sinodo, i movimenti popolari, compresi quelli del Social Forum giunti a Roma per un convegno su “Tierra, techo y trabajo”, terra tetto e lavoro. Movimenti che, come ricorda Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, “Bergoglio conosce bene”, al punto che “il suo discorso in spagnolo pare la traccia di un’enciclica sociale”. Per farsene un’idea, basta sottolineare alcune frasi del discorso: “Siete venuti a porre alla presenza di Dio, della Chiesa, dei popoli, una realtà molte volte passata sotto silenzio: i poveri non solo subiscono l’ingiustizia, ma lottano anche contro di essa”.

“ECONOMIA INCENTRATA SUL DENARO E’ CAUSA DI SCIAGURE NATURALI” 

Ricorda il Papa, scrive Paolo Rodari su Repubblica, che “il sistema economico tutto incentrato sul denaro è la causa anche delle sciagure naturali che affliggono l’umanità. ‘Il sistema economico – ha detto Francesco – sfrutta la natura per sostenere il ritmo frenetico di consumo e da qui derivano effetti distruttivi come il cambiamento climatico e la deforestazione”.

“LA PAROLA D’ORDINE E’ CAMMINARE INSIEME”

Più articolata l’analisi-commento del Fatto: “Nel tempo in cui la sinistra non sa dire nulla di sé, può capitare di entrare in Vaticano e trovare centinaia di esponenti dei movimenti sociali di tutto il mondo parlare sotto la croce di Cristo citando Marx. Di ascoltare il presidente boliviano, Evo Morales, proporre di uscir fuori dal capitalismo. Oppure sentir esaltare il processo rivoluzionario della lotta zapatista e il passamontagna sul volto del subcomandante Marcos. Si possono incontrare campesinos, sindacati, marxisti e anarchici, gli indignados spagnoli e gli Steelworkers statunitensi. Oppure gli italiani del Leoncavallo, la fabbrica recuperata Rimaflow, la cascina, anch’essa recuperata, Mondeggi che fa parte della rete Genuino Clandestino”. Il motivo, aggiunge il quotidiano diretto da Antonio Padellaro, è semplice: “La parola d’ordine scelta dal Vaticano è camminare insieme. E’ quella su cui insiste Francesco nel suo discorso in cui premette che non c’è nessuna ideologia in questo evento, ma solo la voglia di dare voce a coloro che in genere non vengono ascoltati”.

LE ACCUSE DI RUSH LIMBAUGH

Le polemiche sul “Papa comunista” risalgono a un anno fa, quando il Papa promulgò la corposa esortazione Evangelii Gaudium, definita dallo stesso Pontefice “testo programmatico”. Le bordate più rumorose giunsero dagli Stati Uniti, dove il noto speaker radiofonico Rush Limbaugh aveva detto: “E’ incredibile, il Papa ha scritto sui mali intrinseci del capitalismo. E’ triste perché fa capire che non sa di cosa parla, quando si tratta di capitalismo e socialismo”.

I FILANTROPI AMERICANI PERPLESSI

Sulla stessa lunghezza d’onda il milionario Ken Langone, cattolico e filantropo, che era arrivato a mettere in dubbio i finanziamenti per il restauro della cattedrale di Saint Patrick, a New York: le parole del Papa – aveva osservato – rappresentano “un elemento di esclusione”. Più duro ancora il deputato dei Tea Party Jonathan Moseley: “Gesù sta piangendo per le parole del Papa”.

LA RISPOSTA DI FRANCESCO

Francesco aveva già avuto modo di rispondere, seppur indirettamente, alle critiche, nel corso dell’intervista concessa alla Stampa il 15 dicembre dell’anno scorso: “Il marxismo è un’ideologia sbagliata, ma ho conosciuto diversi marxisti che erano brave persone, e quindi quell’aggettivo non mi offende”.

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