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Grillo e Casaleggio stanno spappolando i 5 stelle?

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class e dell’autore, pubblichiamo il commento di Massimo Tosti uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Molti, nel Movimento 5 Stelle, si domandano se non sia il caso di interpellare uno psicologo (se non uno psichiatra) per capire che cosa stia succedendo nella testa di Beppe Grillo. Le due espulsioni (dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna) colpevoli (senza prove) di non aver versato i rimborsi previsti dallo Statuto hanno il sapore di un autogol.

Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, riassumendo il pensiero di molti esponenti pentastellati, ha commentato: «Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo». Un invito rivolto chiaramente a Grillo, che, però, non intende fermarsi. Fedele alla linea dei «duri e puri» non rinuncia alle espulsioni. Lo ha detto l’altra sera, chiaro e tondo, ai parlamentari del gruppo che si sono precipitati a casa sua per indurlo a riflettere. Il risultato è che molti di loro adesso parlano apertamente di scissione, stanchi della gestione autoritaria del Movimento.

Con i due di ieri, sono ventidue i componenti dei gruppi parlamentari che, per scelta volontaria o perché espulsi dal capo, hanno assottigliato le file del Movimento. Qualcuno ha evocato il mitico Tafazzi (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), quello che si dava mazzate sui gioielli personali; qualcun altro pensa semplicemente che Grillo non si diverte più con il suo giocattolo, e ha deciso di smontarlo e poi liberarsene. Ma le indiscrezioni dicono anche che, in quest’ultima occasione, Beppe sia stato messo in minoranza da Gianroberto e Davide Casaleggio, fautori a oltranza della linea dura.

Chi nei giorni scorsi guardava con preoccupazione i dissidi interni al Pd e a Forza Italia, oggi si rende conto che c’è chi sta peggio di loro. Si parla di altre espulsioni in arrivo, mentre l’area dei dissidenti dalla cupola del M5S si allarga a vista d’occhio: il combinato disposto fra le due tendenze potrebbe raddoppiare in breve tempo il numero degli esuli, con il risultato di ridurre di un quarto il numero dei parlamentari del Movimento.

Un’autentica diaspora che pregiudicherebbe in misura determinante la forza politica dei 5 Stelle. Più che i Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, questa vicenda richiama alla mente la parabola del Terrore, conclusa con la fine, sotto la ghigliottina, di Robespierre.

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