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Cosa farà Tauran come Camerlengo al posto di Bertone

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Un posto in cambio di un altro? Il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, adesso ha un nuovo compito: quello di guidare il prossimo Conclave nelle vesti di Camerlengo, incarico nel quale è subentrato all’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone nei giorni scorsi.

Bertone è infatti decaduto dal suo ruolo avendo compiuto, il 2 dicembre scorso, gli 80 anni, età in cui secondo il Motu Proprio di Paolo VI Ingravescentem aetatem del 1970 si perdono automaticamente tutti gli incarichi di Curia.

Tauran, 71 anni, è stato fino ad oggi il cardinale Protodiacono che nel marzo 2013 ha annunciato al mondo l’elezione di Francesco. Malato di Parkinson, è stato preso di mira da qualche «spiritoso» (ad essere buoni) che sui social network a causa dei suoi movimenti scoordinati causati dalla malattia ha trovato da ironizzare.

Banalità a parte, Tauran è un uomo di estrema fiducia personale del Papa, tanto che lo ha voluto nella Commissione Cardinalizia di Vigilanza sull’Istituto per le Opere di Religione, lo Ior, ma anche nella Pontificia Commissione Referente sullo Ior, la Crior.

Ora la nomina a Camerlengo. Un compito che conferma il prestigio e la stima di cui gode il cardinale, dal momento che la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, voluta nel 1996 da Giovanni Paolo II e che ad oggi ha guidato due conclavi (sia pure con le modifiche apportate da Benedetto XVI prima dell’ultima elezione papale) demanda al Camerlengo la guida della Congregazione particolare, composta dal Camerlengo più tre cardinali – uno per ogni Ordine – estratti a sorte tra i cardinali elettori già pervenuti a Roma.

I cardinali assistenti vengono eletti ogni tre giorni, mentre il Camerlengo resta alla guida della Congregazione particolare che si occupa durante la Sede Vacante (cioè nel periodo tra la morte – o le dimissioni – di un Papa e l’elezione dell’altro) degli affari di ordinaria amministrazione. Piccola cosa, apparentemente: ma non da poco quando si tratta di preparare l’elezione del nuovo Pontefice.

Non ci addentriamo adesso nella discussione sul se e quando il Papa si dimetterà: come abbiamo detto, è uno sport ultimamente molto praticato Oltretevere da parte di chi cerca di indebolire Jorge Mario Bergoglio.

C’è però chi dice che la nomina di Tauran sia stata voluta da Bergoglio allo scopo di dare un incarico di prestigio ad uno dei suoi collaboratori più fidati che rischia, però, di perdere il posto. Quello di presidente, appunto, del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso: la «riforma» curiale che in sostanza rischia di essere, per il poco tempo a disposizione, un grosso accorpamento di dicasteri e la soppressione di altri, potrebbe vedere proprio la soppressione di questo Pontificio Consiglio, con l’eventuale trasmissione dei compiti al Pontificio Consiglio per la Cultura, guidato al momento dal cardinale Gianfranco Ravasi. Chissà.

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