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La destra di AfD scalfisce Spd e Cdu di Merkel

Le elezioni regionali di ieri in tre Länder tedeschi hanno un vincitore sicuro: l’Alternative für Deutschland (AfD), il partito populista che ha focalizzato tutta la sua campagna elettorale sui rifugiati ha ottenuto risultati di tutto rispetto in tutti e tre i Länder. Non solo, nelle due regioni dell’ovest Baden-Württemberg e Rheinland-Pfalz è diventato terzo partito con rispettivamente 15 e 12,6 per cento dei voti. Nel Land orientale, il Sachsen-Anhalt addirittura il secondo con il 24,2 per cento dei voti.

In una débâcle (quasi) assoluta si sono trasformate, invece, per i socialdemocratici: nel Baden-Württemberg l’Spd è scivolata con il 12,7 per cento al quarto posto e lo stesso vale nel Sachsen-Anhalt, dove con il 10,2 per cento ha addirittura dimezzato il suo elettorato. Solo un Land ha dato ieri all’Spd ragione per festeggiare, il Rheinland-Pfalz, dove il partito ha vinto con il 36,3 per cento.

Anche il partito di Angela Merkel ha dovuto incassare sconfitte. Se un paio di mesi fa i politologi prevedevano si una perdita in numeri di elettori per la Cdu, ma ciò nonostante erano abbastanza sicuri di una vittoria del partito in tutti e tre i Länder, i risultati li hanno smentiti. Nel Baden-Württemberg la Cdu ha perso contro i verdi attestandosi, con il 27 per cento, al secondo posto; anche nel Rheinland-Pfalz i cristianodemocratici si sono dovuti accontentare, con il 31,8 per cento dei voti, del secondo posto. Nel Sachsen-Anhalt invece, nonostante lievi perdite, è rimasto, con il 29,8 per cento primo partito.

Detto questo, le elezioni di ieri, alle quali sono stati chiamati quasi 13 milioni di cittadini, hanno rimescolato, come mai prima, il paesaggio politico tedesco. La Germania è stata per decenni il Paese con i governi più stabili, con un emiciclo parlamentare fatto di pochi partiti, e coalizioni a due. Le tre elezioni di ieri hanno fatto piazza pulita di ciò..

Come si vedeva già ieri dopo le prime proiezioni i due grandi partiti di massa “Volksparteien” tanto di massa non sono più. E, per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, una grande coalizione, cioè un governo tra Cdu e Spd (o viceversa) non sarebbe possibile né nel Baden-Württemberg, né nel Sachsen-Anhalt.

Anche questo un effetto di quello che il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha descritto tempo addietro come “il rendez vous con la globalizzazione”. Un rendez vous che non riguarda più solo i vantaggi economici. Che si è manifestato l’estate scorsa con l’arrivo in massa dei profughi. E ora con le elezioni, l’ascesa fulminante dell’AfD. Un partito populista che durante la campagna elettorale non si è risparmiato in dichiarazioni dal retrogusto a volte anche xenofobo, ma i cui elettori, questo dicono i sondaggi, appartengono in buona parte al ceto medio. Elettori preoccupati in primo luogo non tanto e non solo, che i nuovi arrivati possano portare via loro il lavoro, piuttosto del fatto che il loro background culturale, sociale, religioso stravolgano valori, abitudini tradizioni. “I politici non hanno orecchio per i nostri timori, non danno risposte alle nostre domande” questo è quello che in diversi sondaggi gli elettori dell’AfD hanno dichiarato.

L’AfD ha dunque vinto perché, più degli altri partiti, ha saputo farsi interprete dei timori di una parte dei tedeschi (a tal proposito è forse interessante aggiungere che, in un altro sondaggio, alla domanda se un partito come quello bavarese, Csu – che ha da sempre ha un atteggiamento molto critico nei confronti della politica sui profughi di Angela Merkel – sarebbe utile in questo momento, oltre il 50 per cento ha risposto di si).

Dunque sono stati i profughi a determinare in massima parte l’esito elettorale. E anche nel numero di votanti, in tutti e tre i Länder c’è stato un aumento del dieci per cento: 71 per cento nei due Länder occidentali, 62 per cento nell’orientale Sachsen Anhalt. Ma con due curiosi effetti.

Nel Baden-Württemberg e nel Rheinland-Pfalz hanno vinto due governatori uscenti che hanno sempre sostenuto senza tentennamenti il corso di Angela Merkel. Si tratta del governatore verde del Baden-Württemberg Winfried Kretschmann riconfermato ora alla guida del Land, e la governatrice del Rheinland-Pfalz la socialdemocratica Malu Dreyer, anche lei rieletta. Entrambi hanno vinto contro gli sfidanti cristianodemocratici, i quali invece avevano provato a raccogliere consenso distanziandosi da Merkel. Il che è un ulteriore cambiamento: questa volta più che elezioni regionali, dove normalmente contavano i programmi, si è trattato di una sorta di elezione “presidenziale”, a vincere sono state le persone.

Mentre dal Kanzleramt, cioè da Merkel, non sono giunte dichiarazioni, è iniziato suito il toto coalizioni possibili. In tutti e tre i Länder quelle uscenti non hanno infatti più la maggioranza. E visto che tutti i partiti hanno escluso una coalizione con l’AfD, non è escluso che si verranno a costituire anche coalizioni a tre. L’architettura politica tradizionale dunque è radicalmente cambiata. Merkel già durante un talk show di qualche settimana fa aveva risposto alla domanda: ”Se la Cdu dovesse portare a casa un cattivo risultato questo cosa vorrebbe dire per lei?” “Proseguirò nel mio corso”. E così sarà non ultimo perché al momento nessuno sta sgomitando per prendere il suo posto in un momento così difficile e con la crisi generata dai profughi ancora lontano da una possibile soluzione.

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