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Il Generale Clark, la Corte dei Conti e le pensioni degli italiani

Al cimitero di Arlington, in questa Santa Pasqua, si odono strani rumori. Interpretando i suoni con cura, pare si tratti di qualche imprecazione un po’ sboccata, come usano i militari di alto rango (noto, anzi notorio il turpiloquio del Generale George Smith Patton). Provengono pare da là, dove riposa – si fa per dire – il Generale Mark Clark che liberò Roma il 6 giugno 1944. Gli esperti in parapsicologia affermano che si tratta proprio di lui. Sembra sia particolarmente irritato con la sentenza n. 28/2016 della sezione giurisdizionale per il Veneto della Corte dei Conti.

Il Generale Clark ha una vecchia storia con la Corte dei Conti. Nel giugno 1944, venne guidato a vedere i Palazzi del Potere della capitale da lui liberata. In quel di Via Venti Settembre coabitavano, nell’immenso edificio in stile piemontese, il Ministro delle Finanze (che allora inglobava anche il Tesoro e la Corte dei Conti). In particolare, la Corte dei Conti era l’inquilino dell’ala che affaccia su Via Pastrengo, in locali, da anni destinati al Ministro, a cui si accede con una scalinata in marmo arricchita da statue. Dopo avere visto lunghi corridoi con i pavimenti imbrattati da cicche di sigarette, il Gen. Clark, giunto di fronte al marmoreo scalone esplose – imprecazione irripetibile – “What is this?” (Cosa è questo?). Gli venne detto che era la Corte dei Conti. Confuso perché pensava che si trattasse di un apparato di Casa Savoia, gli venne spiegato cosa era e cosa faceva – altra parola irripetibile – “This is a marvellous idea […] but if we had it in the US, we might have lost the war” (Un’idea meravigliosa ma se avessimo qualcosa di simile negli Stati Uniti, avremmo rischiato di  perdere la guerra).

La sentenza citata – dicono i parapsicologi – lo ha irritato anche da morto perché alla scuola ufficiali ha studiato logica e matematica e la sentenza in questione, al fine di respingere ricorsi su perequazioni delle pensioni – come richiesto da una sentenza della Corte Costituzionale, ma travisato da una norma “riparatoria” – confonde “progressività” tributaria con “proporzionalità” tra contributi versati e prestazioni dovute.

Il Gen. Clark è stato informato dei tumulti a Padova di persone che non riescono ad accedere al sito INPS per avere il CUD (al fine di adempiere ai propri doveri tributari). Avrebbe detto, suggerisce l’ex Primo Ministro parapsicologo: “Hanno la Corte dei Conti, perderanno la guerra”. 

Si sarebbe riferito ai satrapi e ai mandarini di Via Ciro il Grande che nuotano in residui attivi.

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