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Tutti i progressi del riciclo della plastica “made in Italy”

Stefano Ciafani, Mauro Libé ed Ermete Realacci

Le risorse naturali non sono infinite: dobbiamo trovare un modo di utilizzarle che sia sostenibile sotto il profilo ambientale ed economico. Quello ad esempio di trasformare i  i rifiuti di qualcuno in risorse per qualcun’altro. È questo il concetto alla base del pacchetto di misure sull’economia circolare della Commissione europea che si stima possa essere recepito a metà del 2017.

IL PACCHETTO DI BRUXELLES

La direttiva modifica le attuali norme Ue sui rifiuti, puntando ad aumentare il riciclaggio, ridurre il collocamento in discarica, e tenendo conto delle diverse situazioni degli Stati membri. E le performance dell’Italia nella gestione dei rifiuti non sono poi così male, secondo i dati emersi ieri mattina in un convegno organizzato ieri a Roma da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta e il recupero degli imballaggi di plastica, e dall’associazione ambientalista italiana Legambiente, dal titolo “Il riciclo della plastica “made in Italy”. Innovazione ed efficienza al servizio dell’economia circolare”.

CHI C’ERA

Insieme col presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo, la presidente di Legambiente Rossella Muroni e il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani, hanno partecipato all’evento Mauro Libè, consigliere politico del Ministro dell’Ambiente, il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi, il presidente di Montello Spa Roberto Sancinelli e il presidente di Erreplast Srl Antonio Diana. Alla tavola rotonda sull’economia circolare, moderata dal giornalista Jacopo Giliberto, sono intervenuti anche Simona Bonafè (europarlamentare, vicepresidente Intergruppo Investimenti di Lungo Termine), Ermete Realacci (presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera), Giuseppe Marinello (presidente della commissione Territorio del Senato) e Roberto De Santis (presidente di Conai).

I NUMERI

“L’Italia non è la Cenerentola nella gestione dei rifiuti dell’Europa”, ha detto Simona Bonafè. Nel 2015 nel nostro paese sono state raccolte circa 900.000 tonnellate di imballaggi in plastica, 15,1 Kg per abitante all’anno (erano 13,9 nel 2014), un primato dovuto alla crescita del servizio al Sud e all’aumento avvenuto nelle zone “consolidate” (come il Veneto, passato da 21 a 23 kg circa procapite).
Accanto alla raccolta differenziata, l’innovazione tecnologica ha permesso la cresciuta del riciclo: nel 2015 sono state riciclate 540.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, mentre solo lo 0,8% del materiale raccolto è stato avviato a discarica dove, grazie al recupero della materia, si è evitato di immettere 29 milioni di metri cubi di rifiuti. Grazie al riciclo, nel 2015 sono stati risparmiati oltre 9.500 GWh di energia.

VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE

Per l’eurodeputata Pd alla base dell’economia circolare vi è l’idea che il rifiuto venga concepito come una nuova materia prima che funga da volano per l’economia.
“Finalmente le dinamiche dell’economia mondiale sono sempre più inserite in questa cornice – ha affermato Bonafè – sottolineando che c’è la volontà politica, sia in Italia che in Europa, di supportare questo cambiamento”. Bonafè ha annunciato che il “pacchetto UE su economia circolare prevede forme di sostegno economico per aziende in transizione”.
Il nostro Paese è già tra i più virtuosi nel settore dell’economia circolare, anche se con caratteristiche differenti da regione a regione, con aree che sono campioni a livello europeo e altre che continuano a investire in impianti di smaltimento. Per ogni milione di euro di Pil, si producono infatti 42 tonnellate di rifiuti a fronte delle 65 prodotte dalla Germania, grazie alla capacità di recupero e riuso dei rifiuti nel settore produttivo.
“Penso che non possiamo parlare di economia circolare se non ci poniamo il problema del conferimento dei rifiuti in discarica”, ha detto Bonafè, introducendo anche il tema della “prevenzione”: “Quando parliamo di prevenzione mi rendo conto che il lavoro da fare è sia sugli imballaggi che sulle abitudini”. La più potente leva per la prevenzione? “Quella economica”, ha dichiarato il presidente di Conai, De Santis.
“L’economia circolare è un percorso avviato, ma deve andare molto avanti. Se c’è ancora un dibattito aperto sulle trivelle, è perché su quella circolarità c’è ancora molto da lavorare”, ha affermato Mauro Libè.

RICICLO E MERCATO

Durante il convegno sono aleggiate alcune domande. Una maggiore concorrenza sarebbe un vantaggio o uno svantaggio per i Comuni, e indirettamente per i cittadini? Gli obiettivi di legge davvero sono raggiunti da Corepla? L’ambiente ci guadagna o ci rimette con la concorrenza tra consorzi? “I risultati raggiunti dai consorzi non possono essere inficiati dagli interessi dei privati”, ha detto il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo. A questo Realacci ha aggiunto che “i consorzi funzionano bene quando si sposano con la buona politica”. “La maggiore concorrenza può essere utile, ma che faccia bene all’ambiente è da verificare”, ha commentato Ronchi spiegando che se il mercato fosse così in grado di risolvere il problema ambientale non avremmo bisogno di quello di cui stiamo parlando”. La competizione – ha aggiunto Ronchi – deve inoltre essere leale. Il mercato non può accaparrarsi i prodotti  più semplici da reperire e riciclare e scaricare il resto su altri”.

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