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Cosa ha scoperto I-Com nell’economia della Puglia

Mancano luoghi di confronto tra amministrazioni territoriali pugliesi e imprese, si evidenziano notevoli ritardi di pagamento della pubblica amministrazione, ma dati confortanti riguardano la copertura in banda ultra larga, la potenza installata di energia elettrica sia termoelettrica che rinnovabile e il trasporto aereo. Ecco cosa emerge dal report sull’economia regionale pugliese e sui rapporti tra imprese e territori presentato a Bari venerdì 13 maggio dall’Osservatorio sulle relazioni territorio-impresa (Orti – www.osservatoriorti.com), di I-Com, l’Istituto per la competitività presieduto da Stefano da Empoli, nell’ambito dei tre appuntamenti fissati per il 2016 che hanno fatto prima tappa a Firenze.

IL REPORT

“Se guardiamo ai dati macroeconomici la situazione in Puglia non è particolarmente esaltante”, ha detto da Empoli. “C’è una decrescita in media dell’1% tra il 2010 e il 2014. La produttività del lavoro è molto bassa e la Regione Puglia è una di quelle che performano peggio in Italia insieme alla Calabria e alla Campania. Il peso in termini di valore aggiunto della manifattura sul totale è sceso in Puglia sotto il 10%. Tuttavia ci sono dei dati incoraggianti come la performance dei distretti industriali. Tra i poli tecnologici italiani dell’area aerospaziale quello pugliese è in termini di performance il migliore. La Puglia è all’avanguardia nelle infrastrutture energetica e nei progetti smart city a livello nazionale”, ha spiegato il presidente di I-Com.

L’ECONOMIA PUGLIESE

Dal report sull’economia regionale pugliese e sui rapporti tra imprese e territori si rileva che la crisi del biennio 2008-2009 ha influenzato negativamente il ciclo economico pugliese, seppur con ricadute meno gravi rispetto alla media del Mezzogiorno, ma con una crescita di poco superiore allo zero. A pesare sono anche i rapporti commerciali con l’estero della regione, che non hanno mai contribuito positivamente alla crescita: “Con una bilancia commerciale in deficit la Puglia ha sempre importato più di quanto esportasse sui mercati internazionali. Dal 2012 si è raggiunta quasi la parità, legata però alla riduzione delle importazioni più che all’aumento delle esportazioni”, si legge nel rapporto. A soffrire di più sono le attività manifatturiere, che hanno perso più del 20% in valore aggiunto rispetto al 2007. Anche sui mercati internazionali i vantaggi comparati di quelli che erano i settori di punta degli scambi manifatturieri con l’estero della Puglia si sono di molto ridotti.

LE IMPRESE

In termini assoluti il report colloca la regione tra le prime dieci in Italia per numero di imprese, circa 253 mila, ma sono solo 62 le imprese attive ogni mille abitanti, a fronte di una media italiana di 74. La produttività oraria del lavoro nella regione è particolarmente bassa, e, insieme con la Calabria e alla Campania, la Puglia ha il più basso valore aggiunto per ora lavorata (27 euro). Bassa la presenza di imprese a partecipazione estera, che sono solo 4 ogni diecimila. Tra queste, le imprese a fatturato più alto sono proprio quelle dell’industria manifatturiera.

RICERCA E SVILUPPO

L’Istituto per la Competitività evidenzia come l’attività innovativa della Puglia risenta degli scarsi investimenti in Ricerca e Sviluppo: “Nella regione solo lo 0,9% del PIL viene infatti dedicato alla spesa in R&S. La Puglia mostra tuttavia – rispetto al resto del Mezzogiorno (ad eccezione della Campania) – un’elevata presenza distrettuale. Come dimostrano i dati del commercio estero: in particolare – si legge nel rapporto – ottimi risultati sono stati conseguiti dal distretto dell’Ortofrutta barese e dalla Meccatronica barese. L’analisi sui poli tecnologici, evidenzia, inoltre, la performance positiva nel settore aeronautico del polo pugliese che – in riferimento alla crescita dell’export nei primi nove mesi del 2015 – consegue risultati migliori rispetto agli altri poli aeronautici italiani”.

LE INFRASTRUTTURE

Lo studio ha esaminato tre settori in relazione all’aspetto infrastrutturale: “Il settore Tlc, dove la Puglia appare in una situazione di vantaggio rispetto ad altre regioni, con una copertura sia in banda larga che ultra-larga superiore di qualche punto percentuale rispetto al dato nazionale e con tempi medi per ottenere i permessi dagli enti preposti decisamente più contenuti rispetto alla media nazionale – quasi 100 giorni in meno, in media”. Il settore energetico, “dove la Puglia, tra le regioni del Sud, si conferma prima in quanto a potenza installata di energia elettrica sia termoelettrica che rinnovabile”. Nel settore dei trasporti, I-Com opera una distinzione tra il trasporto autostradale e ferroviario giudicato decisamente meno sviluppato che in altre regioni, e la situazione del trasporto aereo – dove la Puglia, coprendo circa il 4% dei transiti nazionali, è terza tra le regioni del Mezzogiorno – e del trasporto portuale, in particolare per il trasporto merci, di cui copre il 7% del totale nazionale.

IL RITARDO NEI PAGAMENTI

Una nota dolente è rappresentata dal fenomeno dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. L’ultimo aggiornamento del Mef citato da I-Com mostra che la regione Puglia non ha ancora saldato il 74% delle fatture a suo carico, una percentuale superiore alla media nazionale. Relativamente al tempo medio di ritardo, gli enti della PA della regione Puglia impiegano circa 70 giorni in più di quanto previsto per saldare i propri debiti, ovvero quasi 10 giorni in più rispetto al dato nazionale.

BUONE PRASSI

Il gruppo di ricerca di I-Com ha monitorato alcuni casi di buone prassi. Un primo caso riguarda la sinergia creata nel 2014 tra l’associazione degli industriali regionali – Confindustria Puglia – e UniCredit per agevolare la nascita, lo sviluppo e la competitività delle imprese del territorio pugliese e favorire l’occupazione dei giovani intenzionati a intraprendere un percorso imprenditoriale. Un’altra buona prassi individuata a livello regionale è “Bollenti Spiriti”: un programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, per consentire ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della propria comunità.

Tra le esperienze di successo nel rapporto tra gli enti locali e imprese I-Com ha individuato Lecce Social Innovation City che individua 100 giovani in grado di stimolare pratiche di innovazione sociale per Lecce; Il Bilancio Partecipato istituito dal Comune di Bari e che rappresenta una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica della propria città; Il Piano strategico territoriale di area vasta Vision 2020 approvato dal Comune di Barletta, soggetto capofila, insieme ai Comuni di Andria, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Fernando di Puglia, Spinazzola, Trani e Trinitapoli.

SFIDE E PUNTI DI FORZA

“Dal Report dell’Osservatorio di I-Com si evince ancora una volta come questa regione pur con tutte le sue criticità presenta punti di forza dal punto di vista industriale, agricolo, turistico e scientifico-tecnologico che fanno della Puglia una delle aree più dinamiche del Mezzogiorno e direi dell’intero Paese. Numerose sono le sfide che la Regione deve affrontare nei prossimi anni ma la chance che si ha di fronte non va assolutamente persa. La sfida deve essere vinta attraverso una collaborazione creativa tra istituzioni locali, mondo della ricerca e imprese”, ha commentato Federico Pirro, Professore di Storia dell’Industria Università degli Studi di Bari.

Uno sforzo che per il sindaco di Bari, Antonio Decaro, la regione ha già intrapreso: “la Puglia in questi anni ha investito insieme alle aziende cercando di rendere attrattivi i nostri territori in particolare sui sapori e sui colori della nostra terra, motivo per il quale oggi la Puglia è la regione con il maggior trend di turismo nel nostro Paese.  Nell’area metropolitana di Bari, l’ASI (l’area di sviluppo industriale) è la seconda del Mezzogiorno e la prima dell’Adriatico. Stiamo cercando attraverso i fondi regionali e da quelli del Governo, di incrementare questi investimenti. Per la prima volta attraverso il master plan per il Mezzogiorno 41 sindaci dell’area metropolitana di Bari potranno determinare il loro futuro grazie a 230 milioni di euro di investimenti del Governo. Questi investimenti riguarderanno le aree di sviluppo industriale, per mettere in rete i nostri beni culturali, per riqualificare i waterfront e per semplificare le procedure amministrative. Una parte importante della semplificazione avverrà grazie alla banda ultralarga e l’agenda digitale”, ha detto Decaro.

COSA MANCA

A differenza di altre realtà (ad esempio, la Toscana, sulla quale I-Com ha realizzato un rapporto analogo nei primi mesi del 2016), per l’Istituto presieduto da Stefano da Empoli in Puglia mancano “luoghi di confronto strutturato e trasparente tra amministrazioni territoriali e imprese”.

“Una grande occasione – si legge nello studio – è offerta dall’istituzione della Città metropolitana di Bari, un livello istituzionale perfetto per dialogare con le principali realtà aziendali presenti in loco”.

Ma “perché non immaginare qualcosa di simile al Consiglio delle grandi aziende, creato dalla Città metropolitana di Firenze?”, dicono i ricercatori suggerendo che “strumenti simili potrebbero essere pensati a livello regionale o nelle altre province pugliesi, alcune delle quali (Brindisi e Taranto in particolare) ospitano realtà imprenditoriali importanti che avrebbero bisogno di un canale di dialogo quotidiano (e trasparente) con le amministrazioni territoriali. Come dimostra la cattiva gestione di alcune vicende del recente passato, che tutt’ora pesano come un macigno sulla Puglia”.

CHI C’ERA

Il dibattito di I-Com “La Puglia che collabora. Imprese ed amministrazioni territoriali alleate per lo sviluppo e l’innovazione”, ha coinvolto amministratori locali regionali e comunali, imprenditori, manager e parlamentari tra i quali Pasquale Cascella, sindaco di Barletta, Luca Clarizio, Nextlaw Avvocati, Antonio Decaro, sindaco di Bari, Michele Mario Elia, country manager Italia Trans Adriatic Pipelin, Domenico Favuzzi, presidente Confindustria Puglia, Giovanni Galgano, managing director Public Affairs Advisors, Giovanni Giannini, assessore Trasporti e Lavori Pubblici Regione Puglia, Nicola Giorgino, sindaco di Andria, Domenico Laforgia, direttore Dipartimento Sviluppo Economico Regione Puglia, Massimo La Scala, professore di Sistemi Elettrici per l’Energia Politecnico di Bari, Donato Leone, responsabile Affari Territoriali Enel Italia, Amedeo Maizza, professore di Economia e Gestione delle Imprese Università del Salento, Francesco Manna, responsabile Relazioni Istituzionali locali Eni, Federico Massa, deputato PD Commissione Ambiente, Giuseppe Pignatelli, responsabile Commerciale e Sviluppo Business Banca Farmafactoring, Federico Pirro, professore di Storia dell’Industria Università degli Studi di Bari, Giuseppe Speziale, vice presidente GVM Care & Research, Francesco Paolo Sisto, deputato FI Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Tamarro, amministratore unico Gruppo Global Solar Fund e Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd Commissione Industria Senato della Repubblica. Tra i partner Enel; Eni; Banca Farmafactoring, Tap, Gruppo Global Solar Fund e GVM Care & Research. Partner tecnico dell’evento di Bari è stato Public Affairs Advisors.

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