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Che cosa chiedono i sindacati sui contratti

Oggi assise dei sindacati confederali tenuta all’Auditorium del “Massimo”, nel quartiere romano dell’Eur.

RINNOVARE I CONTRATTI PUBBLICI E PRIVATI

Cgil, Cisl e Uil hanno rivolto un messaggio al Governo e alle associazioni delle imprese: bisogna rinnovare subito i contratti privati e del pubblico impiego o la mobilitazione andrà avanti. A settembre, prima della presentazione della legge di stabilità, i sindacati faranno il punto della situazione e, in mancanza di risposte chiare da parte dell’esecutivo e delle imprese, decideranno come proseguire la protesta, senza escludere l’eventualità di uno sciopero generale sui contratti. Così le tre confederazioni sindacali al termine dell’attivo unitario dei delegati convocato principalmente sul tema della contrattazione: sono circa nove milioni i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale.

FARE IL CONTRATTO DEI METALMECCANICI 

Nel frattempo, in questi due mesi, si cercheranno di chiudere alcuni contratti di categoria, a partire da quello dei metalmeccanici, bloccato da circa otto mesi per la posizione di Federmeccanica ritenuta intransigente dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati sperano anche che il governo possa aprire un tavolo per il rinnovo dei contratti pubblici, ormai fermi da sette anni. A fine luglio, invece, è fissato un appuntamento con Confindustria per definire un nuovo sistema di relazioni industriali.

FURLAN E L’ARCHITRAVE DEL CCNL 

Il contratto è un elemento centrale di equità sociale redistributiva e il contratto nazionale resta alla base, come architrave, dell’intero sistema. Vanno dunque rinnovati i contratti scaduti e, insieme, occorre andare avanti sulla riforma e modernizzazione del sistema“. Così Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, nel suo intervento dal palco. Alle associazioni datoriali ha detto “di parlare meno di contrattazione di secondo livello e di praticarla di più“. Ma con un’avvertenza: “Il Ccnl è e deve restare la fonte primaria della regolazione dei rapporti di lavoro, compresi i minimi retributivi, da privilegiare rispetto a un ipotetico salariamo minimo definito per legge“. Perché, non va dimenticato che “la contrattazione nazionale tutela oggi l’85 per dei lavoratori“. Furlan ha poi fatto una sorta di elogio della contrattazione, che “non è solo regole e tabelle“, ma “serve a far partecipare i lavoratori alla vita delle imprese, serve a promuovere la formazione, il welfare complementare e naturalmente a garantire le tutele salariali e normative dei lavoratori“, incontro e sintesi “di bisogni ed esigenze diverse di capitale e imprese“.

CAMUSSO E LA MOBILITAZIONE CONFEDERALE

Il “messaggio” che arriva dall’attivo unitario dei delegati di Cgil, Cisl e Uil è che “confederalmente, continuiamo la mobilitazione per avere il rinnovo dei contratti“. Lo ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Il numero uno della Confederazione di Corso d’Italia ha ricordato che “nel paese ci sono troppe disuguaglianze. Bisogna ridurle invece di farle continuare a crescere“. Camusso ha dato poi appuntamento “a settembre” per fare il punto della situazione e decidere come andare avanti con la protesta, rimarcando che il “filo conduttore” di tutte le vertenze contrattuali, del settore e del pubblico impiego, è affidato alle confederazioni che, dunque, non lasceranno sole in questa battaglia le singole categorie.

BARBAGALLO E LO SCIOPERO

Se Governo e associazioni datoriali non rinnovano i contratti, il sindacato non potrà che reagire che con lo sciopero generale. Lo ha detto, “senza alcuna timidezza”, il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. “Se i contratti non si fanno – ha affermato – c’è lo sciopero. Ma il mio obiettivo è fare i contratti, non lo sciopero. Se non ci sarà una risposta chiara e netta uno sciopero se lo beccano“, ha aggiunto riferendosi in particolare alla vertenza dei lavoratori metalmeccanici e alle posizioni assunte da Federmeccanica. Secondo Barbagallo “senza rinnovi la ripresa economica non ci sarà“.

LA TESTIMONIANZA DEI DELEGATI

Nel corso della “kermesse” sindacale hanno preso la parole anche i delegati delle diverse categorie in attesa di contratto. Luana Rotundo, delegata Uil, addetta di un’impresa di pulizia: “Siamo invisibili, quasi tutte donne e con contratti part-time. I ribassi enormi delle imprese si scaricano sui nostri stipendi già esigui sotto la soglia di povertà“. Christian Biagini, delegato Fp Cgil Pistoia: “Abbiamo contratti che scadono ogni anno e non sappiamo mai che fine faremo perché dipende tutto dalla legge di Stabilità“. Biagio Frisciano, Fim Cisl, Rsu dell’Ilva di Taranto: “Pretendere il rinnovo contratto è essenziale per noi. Federmeccanica è ancorata a una proposta vergognosa. Noi vogliamo chiudere insieme, è questa la strada maestra per il sindacato che vuole l’interesse comune di tutti i lavoratori di ogni settore, da Nord a Sud. Nella fase delicata della vertenza Ilva, il contratto è sempre più importante. Le nostre proposte mettono al centro ambiente, salute e lavoro, non possiamo più aspettare“. Andrea Colombo, Cisl Scuola Torino: “Contrattare non è una perdita di tempo, né di potere. Anche la controparte si accorge che poi lavorare insieme rende tutto più facile“. Giuseppe Casafina, Fiom Cgil, ha stigmatizzato il comportamento di Federmeccanica: “Ci dicono che sono disposti a parlare solo di welfare aziendale. Una situazione difficile, perché noi paghiamo da anni il costo della crisi. Federmeccanica ci dice che bisogna lavorare di più , ma la loro idea di redistribuzione della produttività riguarderebbe solo il 5% dei lavoratori del settore“. Elisa Gigliarelli, Filt Cgil, ha raccontato le difficoltà del settore merci e logistica, che “sconta la frammentazione e la difficoltà di rappresentanza delle controparti, che da noi sono ben 26, spesso in lotta tra loro“. I fari della contrattazione, ha detto la sindacalista, per noi sono due: “La contrattazione di filiera, inclusiva e senza lavoratori di serie A e serie B e il controllo del sistema degli appalti“.

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