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Rifiuti e topi, come prosegue l’offensiva di Virginia Raggi su Ama

Virginia Raggi

I rifiuti si accatastano, i topi proliferano Virginia Raggi interviene a gamba tesa sull’Ama, la municipalizzata dei rifiuti e dell’ambiente. Il nuovo sindaco di Roma ieri è stato protagonista di un attacco durissimo nei confronti dell’azienda capitolina della nettezza urbana: accompagnata dall’assessore all’Ambiente Paola Muraro, Raggi ha fatto un blitz a sorpresa a Rocca Cencia – periferia est della città – dove sorge uno dei pochi impianti gestiti direttamente da Ama. D’altronde, il primo cittadino pentastellato della capitale va dicendo da giorni che rifiuti e migranti sono i dossier più caldi da risolvere.

RAGGI A MUSO DURO

Visita tutt’altro che di cortesia – rigorosamente trasmessa in diretta su Facebook – nel corso della quale Raggi ha usato parole inequivocabili:  “E’ un impianto folle, sono senza parole. Abbiamo visto come viene selezionata la spazzatura, gli stessi operatori ci dicono che è un impianto inutile. Sicuramente faremo qualcosa“. Attacco almeno apparentemente perfezionato dall’assessore Muraro, ex consulente Ama in particolare proprio in materia di impiantistica (nel suo curriculum si definisce “referente per gli impianti di Rocca Cencia e Salaria”): “L’impianto multimateriale di Rocca Cencia fa tre-quattro tonnellate invece delle 200 previste. E’ stato inaugurato ufficialmente ma è stata un’inaugurazione beffa“.  Un impianto – sembrerebbe di capire – inutile secondo il sindaco, ma che lavora troppo poco, invece, per la responsabile dei rifiuti.

L’IMPIANTO DI ROCCA CENCIA

Ma che tipo di impianto sorge a Rocca Cencia? In realtà bisogna precisare che ce ne sono due: quello di selezione del multimateriale – dove viene divisa la raccolta differenziata (plastica e metallo in particolare) – e quello di trattamento meccanico biologico, nel quale i rifiuti indifferenziati vengono trattati e trasformati in combustile (il cosiddetto CDR) da bruciare poi negli impianti laziali di Colle Ferro e San Vittore e in Fos (frazione organica stabilizzata). Ad inaugurarlo nel 2006 – tra le polemiche dei cittadini che non sono mai svanite – furono il sindaco di Roma Walter Veltroni e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

IL FUTURO DI ROCCA CENCIA

Un impianto – accusa l’assessore Muraro – che in tutti questi anni avrebbe dovuto essere utilizzato molto di più. E’quello che è previsto nei progetti di Ama che nel suo piano industriale ha previsto l’ampliamento e la trasformazione di Rocca Cencia destinata a diventare un ecodistretto con il quale effettuare “recupero e riciclo dei materiali da raccolta differenziata”. Da aprile 2015 la questione è sul tavolo della regione Lazio – cui spetta la competenza in materia – per tutti gli accertamenti del caso. Del fascicolo – dicono dalla regione – si sta occupando il nuovo assessore ai rifiuti Mauro Buschini per cercare di accelerarne l’iter.

ROCCA CENCIA E GLI ALTRI ECODISTRETTI

Quello di Rocca Cencia non sarà – o quantomeno non dovrebbe essere – l’unico ecodistretto di Roma: il piano industriale di Ama prevede che ne siano realizzati altri tre –uno per ogni quadrante della città – ma non dice nulla sulle possibile aree. Una scelta, quest’ultima, certamente delicata considerate le proteste che inevitabili si sollevano quando bisogna decidere dove posizionare un impianto nel quale in un modo o nell’altro vengono gestiti i rifiuti.

GLI IMPIANTI DI ROMA

Decisione complessa ma inevitabile secondo l’azienda capitolina, fondamentale per ovviare alla cronica insufficienza di impianti che caratterizza Roma. A parte Rocca Cencia, Ama nella capitale ha un altro impianto di trattamento meccanico biologico (nei quali però come detto si lavorano i rifiuti non differenziati): sorge all’interno del grande raccordo anulare, sulla via Salaria, tra l’aeroporto dell’Urbe e la sede della televisione Sky. Ignazio Marino e il suo assessore all’Ambiente Estella Marino avevano promesso di chiuderlo ma con la caduta della giunta di centrosinistra l’iter si è fermato. Ce ne sono poi altri due di proprietà di C.O.L.A.R.I – il consorzio dell’ex patron di Malagrotta Manlio Cerroni – entrambi ubicati nel quadrante sud ovest di Roma e pienamente operanti. Per il resto – dal punto di vista dei rifiuti differenziati – ci sono soltanto due piccoli impianti, quello di compostaggio di Maccarese e quello di selezione del multimateriale di Pomezia. Tutti gli altri rifiuti che i cittadini differenziano finiscono invece fuori dal territorio romano: ad esempio il grosso dell’organico va a Padova, mentre la carta a Perugia.

IL PERCHE’ DELL’ATTACCO

Ma perché Virginia Raggi ha messo nel mirino l’impianto di Rocca Cencia? Non è d’accordo sul piano industriale di Ama che prevede la realizzazione dell’ecodistretto? O vuole, al contrario, contestarne l’attuale funzionamento per muoversi più speditamente verso la trasformazione? Domande che le sue parole alimentano, nell’attesa di capire come intenda gestire la partita, che le impone necessariamente di scegliere se e dove realizzare gli ecodistretti.

E AMA COME RISPONDE?

Le parole di Raggi sono state comunque interpretate dagli addetti ai lavori come un atto di accusa nei confronti dei vertici di Ama e, in particolare di Daniele Fortini, presidente e amministratore delegato dell’azienda (qui il suo curriculum vitae) dal gennaio 2014, quando fu nominato da Marino. Dalla partecipata capitolina finora non è comunque arrivata alcuna replica, ma che Fortini sia in bilico non è un mistero per nessuno. Ha rimesso il mandato da venti giorni – subito dopo l’elezione di Raggi – come ha confermato lui stesso ieri al Tempo: “Come ho già avuto modo di dire, avrei rimesso il mandato chiunque fosse diventato sindaco in Campidoglio. Con lo stesso spirito di servizio, sto collaborando in questa transitoria con la nuova amministrazione e mi rimetto a quanto verrà, spero a breve, deciso”. Intervento – quello sul quotidiano romano – nel quale Fortini ha confermato quale sia la sua visione per affrontare in modo più efficiente la questione rifiuti di Roma: “Il principio di prossimità è il cardine del programma per gli ecodistretti previsto dal nostro Piano industriale, ma finché Ama non avrà impianti propri dovrà appaltare grande parte del recupero e dello smaltimento ad altri soggetti”. Chissà cosa ne pensano il sindaco e la persona che con ogni probabilità lo sostituirà alla guida della municipalizzata.

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