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Perché non riformare i regolamenti parlamentari invece della Costituzione?

Ma si sono resi conto i tanti costituzionalisti, che difendono la legge Boschi, degli strafalcioni tecnico-giuridici che essa contiene? Come si può accettare che la legge fondamentale dello Stato sia stata forgiata da legislatori digiuni delle più elementari conoscenze e competenze del diritto? Nemmeno nella immaginaria Repubblica delle Bananas avrebbero scritto una norma di rango costituzionale come quella che riforma, ad esempio, l’articolo 70 della Costituzione del 1948 (il primo – Sezione II della Parte II – riguardante la formazione delle leggi). Il vecchio articolo 70 è composto da 9 parole (“La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”). L’articolo 10 della legge n.88/2016 (che sostituisce il precedente) di 454 parole. Che cosa significa tutto questo? Forse i Padri costituenti volevano risparmiare le parole? Il fatto è che quei legislatori sapevano bene che i rapporti tra le due Camere e il loro funzionamento andavano disciplinati e risolti da appositi regolamenti parlamentari, come è avvenuto (anche con ricorrenti modifiche) in questi settant’anni e come accade in tutte le Assemblee elettive del mondo. La legge Boschi, invece, eleva al rango di norme costituzionali disposizioni prettamente regolamentari. Così gli eventuali conflitti di competenza tra le due Camere – in passato regolati da un incontro tra i due Presidenti – chiameranno in causa nientemeno che la Consulta. Alla faccia della semplificazione! Ma come se non bastasse – proprio perché il ruolo dei Regolamenti emerge come imprescindibile – le nuove norme si applicano sulla base, appunto, dei rispettivi Regolamenti delle due Camere.

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Chi scrive ha sempre sostenuto l’inutilità di una laboriosa opera di revisione costituzionale quando sarebbe bastata una seria modifica dei Regolamenti parlamentari (che non c’è ancora stata). Il Governo ha costretto il Parlamento a seguire la via impervia dell’articolo 138. La forza dei fatti, però, ha voluto che ai Regolamenti si dovesse tornare per vincolo costituzionale e per dare compiutezza ad una (contro)riforma costituzionale di cui non c’era necessità e che – mi auguro – gli italiani getteranno nell’immondezzaio della storia.

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