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Perché Industria 4.0 sarà salutare per l’Italia. Parla Rizzi (Cisco)

Forza 47 cyber security

Crediamo fortemente nel valore strategico ed economico del piano governativo Industria 4.0 per l’Italia. Parola di Luca Rizzi, sales manager Italy central and local Public sector di Cisco Systems, che ha parlato a margine di Cybertech Europe, forum internazionale organizzato ieri da Cybertech Global Events in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica a Palazzo dei Congressi a Roma.

DOSSIER CYBER

“Lo scenario italiano vede le stesse dinamiche che vediamo a livello mondiale, perché che la cyber security è uno degli spazi più globalizzati che esistano, soprattutto è un fenomeno di rete, quindi è per definizione un fenomeno globale”, ha detto Rizzi all’agenzia Cyber Affairs diretta da Michele Pierri.

IL RUOLO DELLA NATO

“In più l’Italia – aggiunge Rizzi – vive sicuramente alcuni aspetti specifici: uno è la sua esposizione sull’area del Mediterraneo con il tema dell’immigrazione; ma anche il tema dell’incrocio con la Nato, che è un’entità fondamentale nella quale l’Italia riveste un ruolo importante. E certamente c’è anche un tema di adozione di tecnologie digitali perché il fatto che noi ci sentiamo – e lo dice la media europea – in ritardo nell’adozione di tecnologie digitali. In questo caso è un’opportunità, perché possiamo fare un salto di una ‘wave’ degli investimenti che stiamo facendo, come nel caso della broadband, e possiamo farlo attraverso l’adozione di tecnologie, metodologie e processi innovativi. Quindi possiamo utilizzare questo investimento per recuperare un gap che abbiamo e risincronizzarci con, relativamente, il minor sforzo”.

I TRE FRONTI DI LAVORO PER CISCO

“Cisco – prosegue Rizzi – sta lavorando in particolare su tre fronti. Uno è la Networking Academy, che per noi è uno strumento fondamentale per generare cultura. Abbiamo l’obiettivo di crescere da 20mila a 100mila studenti nei prossimi tre anni. Abbiamo anche un protocollo d’intesa già firmato col Miur, che è molto interessato alla formazione sulla cyber security, che è una delle aree dove c’è maggior skill gap e anche maggior richiesta di posti di lavoro, nella digitalizzazione e in particolare nella cyber security”.

IL GIUDIZIO SU INDUSTRIA 4.0

Il secondo pilastro – ha aggiunto – “è la collaborazione con l’università, diciamo lo step più elevato, che è la ricerca, per far sì che l’industria sia accelerata. E il terzo pilastro è quello relativo alla cooperazione con gli enti governativi e con le grandi infrastrutture. Il secondo punto, quello dell’univesità, si collega molto bene a quello dell’Industria 4.0 in cui noi crediamo straordinariamente proprio in questo senso di digitalizzazione dei processi per l’Italia, che è un grande Paese manifatturiero”.

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