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Taxi, vi racconto cosa faremo. Parla Bittarelli (3570)

Non sono soltanto gli abusivi che si annidano in maniera quasi regolare nelle stazioni e negli aeroporti a preoccupare i tassisti romani. Non c’è da parte delle istituzioni una politica favorevole ad aumentare le corsie preferenziali, e non ci sono delle politiche complessive adeguate per promuovere il trasporto pubblico in modo da incentivarlo rispetto a quello privato.

È questo quello che serve a Roma e alle maggiori città italiane secondo Loreno Bittarelli, presidente di URI, Unione Radiotaxi d’Italia, alla guida di Cooperativa Radiotaxi 3570 da diciotto anni. Tutti suggerimenti e auspici indirizzati al nuovo sindaco Virginia Raggi, “se solo qualcuno di loro si degnasse di rispondere”, dice. Perché senza le attenzioni delle istituzioni, soprattutto locali,  la strada della mobilità del futuro è in salita, racconta il presidente di 3570 in una conversazione con Formiche.net. Ecco numeri, progetti, attese e sfide della più grande cooperativa radiotaxi d’Europa.

I PROGETTI

Zero emissioni dei veicoli e mobilità sostenibile. È su questi due binari che si sta concentrando l’attenzione di 3570 e Unione radiotaxi italia. “Nella pratica – spiega Bittarelli – ciò si traduce da un lato in flotte accessibili a persone disabili, di cui siamo molto carenti non solo a Roma, e dall’altro attraverso l’introduzione, con mille difficoltà, di veicoli a meno impatto ambientale”.

MOBILITÀ ACCESSIBILE

Per trasportare in sicurezza i clienti diversamente abili 3570 ha lanciato il progetto “mobilità accessibile”. Ma i costi totali che è necessario sostenere per la realizzazione di un taxi idoneo al trasporto di persone disabili e l’assenza di incentivi rendono ancora poco attraente l’investimento: “Per un tassista allestire un taxi per il trasporto disabili incide, oltre il costo dell’autovettura, circa dieci mila euro”, spiega Bittarelli sottolineando che “il sociale non è un onere che può sobbarcarsi il tassista. Nonostante queste difficoltà la nostra flotta conta circa 50 taxi attrezzati per il trasporto disabili. Non sono sufficienti ma non riusciamo ad incrementarli proprio per le difficoltà in termini di costi”.

VIA COL VERDE

Ancora più complessa risulta la situazione sul fronte dei veicoli a zero impatto ambientale, tema di cui si discusso anche martedì 22 novembre in occasione del Green day, l’evento organizzato da Formiche (qui tutti i dettagli): “Sono passati più di tre anni da quando abbiamo messo in servizio i primi taxi elettrici in Italia, ma il progetto “via col verde” stenta a decollare perché non c’è sostegno da parte delle varie amministrazioni”, spiega il presidente di Uri chiarendo la situazione: “Sulla città di Roma circolano solo 5/6 veicoli elettrici e ci sono solo due colonnine di ricarica attivate con il contributo di 3570. Il nostro progetto era di immetterne 100 entro l’anno ma non è stato possibile realizzarlo”.

Chi e cosa impedisce la diffusione? Risponde Bittarelli: “Un taxi elettrico costa circa 10 mila euro rispetto ad uno normale e ci sono difficoltà per quanto riguarda la ricarica dei veicoli, a causa dell’assenza delle infrastrutture, che darebbero invece almeno un po’ di impulso ai pochi tassisti interessati a proiettarsi in questo mondo, nonostante i costi. A Roma abbiamo chiesto solo 15 punti di ricarica, localizzati in prossimità di alcuni posteggi taxi che abbiamo ritenuto strategici per la nostra attività. Sono anni che li chiediamo, sono cambiate le amministrazioni, ma abbiamo sempre trovato un muro di omertà”.

I costi dei veicoli elettrici sono molto alti in relazione all’autonomia e al costo delle batterie. “Noi abbiamo individuato sul mercato un veicolo della Nissan, Leaf, che l’azienda produttrice ci fornisce ad un prezzo privilegiato ma sempre alto: 28 mila euro, rispetto ai 35 di listino”, spiega Bittarelli.

GLI IMPEGNI ASSUNTI

URI e Radiotaxi 3570 sono tra i soci fondatori di Taxis4SmartCities, un’alleanza mondiale che in occasione di COP21 si è impegnata nel ridurre le emissioni e nell’incentivare il passaggio a forme alternative di energia “Abbiamo assunto degli impegni importanti partecipando alla Cop21 di Parigi ma sempre vincolati alla disponibilità delle infrastrutture per ricaricare e agli incentivi da parte delle istituzioni altrimenti è impossibile dar decollare questo progetto. Il nostro impegno prevede che entro il 2020 almeno il 50% dei nostri nuovi veicoli in servizio emettano meno di 60 grammi di CO2/km e il 100% meno di 20 grammi di CO2/km entro il 2030”, racconta il presidente di Uri.

Di mezzo c’è l’interesse della categoria, quindi, ma anche la salute dell’ambiente e dei cittadini: “Un taxi emette circa 6 tonnellate di C02 all’anno nell’atmosfera, ma passa tutto inosservato – commenta Bittarelli -. Gli enti locali preferiscono pagare delle sanzioni esorbitanti ogni volta che vengono sforati i livelli delle emissioni, piuttosto che investire nelle infrastrutture per la ricarica che renderebbe più fattibile la diffusione di questi veicoli meno inquinanti”.

LE RICHIESTE

Al momento la giunta Raggi non ha dato indicazioni su se e come intervenire nel settore: “Siamo abbandonati a noi stessi. Abbiamo chiesto incontri con Linda Meleo per parlare di questi argomenti, ma la nuova assessora ai trasporti nonostante i nostri continui solleciti di incontro non ci ha mai ricevuto per affrontare questi problemi. Speriamo che nel prossimo futuro si cambi un po’ registro. È questione di visione politica. I grillini su Roma dicono di avere questa volontà, ma nei fatti dobbiamo ancora vedere qualcosa di concreto”.

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